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BREITSTOCK – VALLE MESOLCINA

sabato 27 gennaio ‘24


Sono alla ricerca di una proposta per l’invasata Laura che, mancato l’appuntamento di domenica scorsa, inizia a dare i primi segni di astinenza. Così mentre sto spulciando un po’ qua e un po’ là, Internet mi tira fuori il canale del Breitstock, un’interessante linea che avevamo adocchiato durante la salita allo Zapporthorn: quel canale mi aveva però trasmesso sentimenti contrastanti da un lato intrigandomi come normale che fosse vista la sua e la mia natura, dall’altro mi pareva un po’ troppo carico e pronto ad scaricare la neve abbarbicata per una più comoda posizione sul pianoro sottostante. Ci avevamo quindi girato al largo puntando poi i radar al nostro obiettivo e alla conseguente raccolta bollini. Ora però le carte si sono rimescolate: è passata una settimana, ho la Laura che incalza e, dopo Bärenhorn e, appunto, Zapporthorn questo sarebbe il terzo sabato di seguito di Caianesimo Extreme. Così, la decisione è presto presa e, sabato mattina, siamo nuovamente in viaggio per san Bernardino questa volta con un paio di ramponi a testa nello zaino perchè non ho alcuna intenzione di rischiare di fare il ballerino sul ghiaccio o, peggio, essere ributtato indietro per avere fatto il pitocco su qualche etto di ferraglia. Per il resto non abbiamo l’aria dei caiani estremi soprattutto per l’orario con cui lasciamo la macchina che la Laura definirebbe il momento dei merenderos. E forse lo siamo un po’ anche noi o, almeno, la Laura ne sembra aver assorbito un po’ gli stimoli. Saliamo più rapidamente dello Zapporthorn ma lei è come se fosse un po’ spenta, demotivata. Saranno gli alti e bassi del Caianesimo, la pressione dell’Estremismo che, quando si è comodamente accoccolati in poltrona, fa sognare le imprese più mirabolanti ma poi, una volta sul campo, la spavalderia fa lo struzzo e infila la testa nella sabbia. Forse la fiamma si è spenta? Non lo so - Tutto bene? - - Eh, non so... non sono molto motivata... - La guardo e non dico nulla. Tutto sommato stiamo premendo sull'acceleratore da un mesetto: un calo è più che comprensibile. Ma domani che faremo? Il caiano si pone sempre domande sul futuro; fondo? Il surrogato del surrogato: d’altra parte starmene chiuso in casa sarebbe un sacrilegio! Intanto ci avviciniamo al nostro obiettivo e poi si vedrà. Qualcuno lo sta già salendo: è rapido. Lo vediamo risalire il canale, spostarsi a sinistra verso la cresta, risalirla per un po’ quindi sparisce dietro le rocce. Risaliamo gli ultimi dolci pendii e poi quello ricompare in discesa. Lo incrociamo quando siamo sotto il canale: il pendio largo inizia ad impennarsi e noi ci zigzaghiamo intorno. Superiamo un trio che ha alzato bandiera bianca e io mi rendo ancora più conto di quanto la Laura sia forte. Una specie di macchina da guerra per la raccolta di bollini. Perchè ora che inizia il duro lei si trasforma - Che facciamo? Tentiamo? - è ovvio che alla mia domanda mi aspetto una risposta positiva. È come quando si chiede la quarta porzione di torta. La Laura mi porge la mia fettazza e noi lasciamo i tre a osservare le nostre chiappe salire. Il pendio è meno ripido di quello che mi era sembrato: decisamente sciabile! Continuo a tracciare intersecando le peste del tizio che ci ha preceduti e poi, quando il canale si stringe un po’, cambiamo assetto. La Laura deposita i legni e io infilo i miei nello zaino. Raggiungiamo il pendio soprastante: la neve si fa più dura, a tratti gelata ma riusciamo a salire ancora senza ramponi. Poi la montagna si assottiglia facendosi cresta. La Laura morde l’aria dietro di me: mi sento più tranquillo rispetto lo Zapporthorn ma poi calziamo i ferri. La cresta si assottiglia, la cima vera e propria è a pochi metri da noi, forse una decina ma per noi è sufficiente: il vuoto che precipita da una parte e dall’altra ci blocca e, in fondo, è meglio lasciare perdere. Giriamo i tacchi, ricarico gli sci che avevo lasciato poco sotto e che fino a quel punto erano tornati buoni solo come vela e ci avviamo verso valle. Riesco a calzarli all’altezza della sella dove termina il canale mentre la Laura praticamente ha già raggiunto i suoi. Mi tuffo sul pendio: la neve è ottima, una manciata di curve e siamo di nuovo insieme giusto il tempo per gustarci la seconda metà del canale prima dei dolci pendii sottostanti.


Cavallo Goloso


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