racconto del bregagno, lario (como, lombardia)


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BREGAGNO – SPONDA OCCIDENTALE DEL LARIO

sabato 24 febbraio ‘24


Grande è la potenza del Caianesimo, lento all’ira ma non lascia senza punizione. Il Caianesimo mise alla prova i suoi figli - Laura, Laura: prendi Fraclimb và nel territorio di Musso e offrilo in olocausto su un monte che ti indicherò - Laura preparò lo zaino e si mise in viaggio verso il luogo che il Caianesimo le aveva indicato. Dopo un’ora e mezza, vide il luogo che il Caianesimo le aveva segnato ma il monte era avvolto nella nube. Laura prese il fardello per l’olocausto e lo caricò su Fraclimb. Lasciarono l’auto ben prima del termine della strada perchè ancora il Caianesimo voleva metterli alla prova. Partirono sci ai piedi mentre l’acqua ghiacciata sferzava i loro volti. Laura disse - Caianesimo, Caianesimo, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia ma la tua volontà! - L’acqua ghiacciata allora cessò e loro raggiunsero la chiesetta di san Bernardo. Ma il monte rimaneva avvolto nella nube perchè il Caianesimo voleva ancora mettere alla prova la Laura. Allora la Laura alzò il thermos e disse - Questa è la bevanda del caiano, calda e rinvigorente per la nuova ed eterna alleanza, versata per voi e per tutti in remissione dei peccati - Poi bevve a grandi sorsi e porse il Graal a Fraclimb. Poi Laura riprese il cammino, entrò ancor più nella lotta e, mentre lodava il Cainesimo ancora piè intensamente, il suo sudore diventò come gocce ghiacciate andando ad imputridire le sue vesti. Il Caianesimo mise ancora di più alla prova i suoi figli perchè ancora voleva testarne la fede. Allora si trasfigurò nel Caianesimo Extreme ma la Laura non ebbe paura. Mandò contro di loro vento ghiacciato e turbini di neve che colpivano le loro stanche e gelate membra. Ma la Laura disse - Sempre avanti! - Ma dei due Fraclimb era il più debole e, prima che la furia si fosse placata, avrebbe rinnegato l’estremismo tre volte. Il Cainesimo Extreme si manifestò infatti in una folata ancora più intensa togliendo la vista a Fraclimb e allora lui si voltò e chiese - Cosa facciamo? Torniamo indietro? - Prima volta. Ma la Laura, salda nella fede, perentoriamente rispose - No, proseguiamo! - Il crinale si abbatté e Fraclimb vide un segno tra le tenebre, come il roveto ardente del dio di Abramo. Si fece forza e proseguì nella sua avanzata. Poi il Cainesimo mandò un’altra piaga per testare i suoi figli e Fraclimb tentennò. Seconda volta. Ma la Laura spingeva per la vetta. Ora la montagna riprese a salire e la neve a farsi alta. Il Caianesimo aveva steso la sua mano e la neve copriva ora i legni travolgendo la loro avanzata. Ma siccome la Laura era stata fedele, il Cainesimo Extreme sollevò nuovamente la mano facendo uscire i prediletti dall’accumulo. Allora Fraclimb si rivolse ancora alla Laura - Che facciamo? - Terza volta. Poi la montagna ebbe pietà e si pose in mezzo tra la tempesta e i caiani. Allora Fraclimb si ricordò delle parole del Caianesimo Extreme - Prima che la furia si plachi, mi rinnegherai tre volte - e, colto da sconforto, pianse amaramente. Ma la Laura era ancora tenace perchè salda era la sua fede così spronò il caiano che, alzato lo sguardo, vide una possibilità tra le piante. Fraclimb alzò allora le racchette e proseguì verso le piante spettrali. Poi raggiunsero una serie di massi, li oltrepassarono e il Caianesimo Extreme fece calare ancora la nube fitta sulle loro teste. I caiani erano ora resi come ciechi e vagarono sulla montagna finchè nuovamente una luce di salvezza si manifestò ai loro occhi. Videro un altro gruppo d’alberi là dove il pendio tornava ad rizzarsi. Lo superarono e poi l’orecchio di Fraclimb fu colpito da un suono secco e sordo. Il Caianesimo aveva punito l’infedele e fece precipitare la neve sotto i suoi legni. Fraclimb fu scosso dalla potenza del Caianesimo Extreme e allora tornò indietro alle piante e disse - Fermati qui, mentre io vado là a vedere - poi continuò - Il mio animo è triste; resta qui e veglia - E, avanzatosi un poco, valutò la situazione. Ma proseguì ben poco perchè il Caianesimo continuava a metterlo alla prova e tentarlo. Mostrandogli l’accumulo sopra la sua testa gli disse - Potrei farti crollare addosso tutta questa massa se, proseguendo, non avrai timore di me - Allora Fraclimb guardò in alto e poi in basso e, scuotendo la testa, esclamò - Sia fatta la tua volontà! - e, voltati gli sci, tornò sui suoi passi perchè sta scritto “Amerai la Vetta come te stesso” ma anche “Non invocherai il Mio nome invano” e “Ricordati di santificare i fine settimana”. E il Caianesimo Extreme fu grato della scelta e premiò i caiani con una discesa nella nebbia, li premiò trasfigurando il volto di Fraclimb con una miriade di aghi ghiacciati che gli martoriarono le carni perchè lui aveva dubitato tre volte e lo gettò a terra nella fredda neve perchè il Caianesimo è feroce coi suoi nemici. Invece è grande nell’amore con chi lo teme e gli è fedele così preservò la sua eletta, la salvò dai patimenti dei peccatori e la fece scendere incolume dalla montagna.


Cavallo Goloso


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domenica 23 febbraio ‘14


E alla fine ce l’ho fatta! Non una ma per ben due volte ho calcato la vetta del Bregagno!

Tutto nasce di fatto con un ripiego. Micol è a St Moritz a sciare e io dovrei andare a super caianare con Cece ma la gastrointerite ci mette lo zampino (come se già non bastasse il tempo londinese a rovinare i week end) e così l’amico mi lascia a piedi. Sono in preda allo sconforto, rischio di cadere nel loop depressivo che è lì pronto a fagocitarmi come un enorme buco nero; ma fuori splendono 8 soli e la neve è assestata: ho quindi tutti gli ingredienti per scrollarmi di dosso il bordo del baratro e risalire la china! La prima a dover arrancare verso l’alto è comunque la Punto: la sterrata sembra non avere mai fine finchè, causa neve sulla mulattiera, parcheggio il mezzo ponendo così termine agli sballottamenti tra una pietra e l’altra. Ma, evidentemente, ci prendo gusto a partire con gli sci a capanna sopra la testa così, ancora una volta, mi avvio verso la chiesetta di San Bernardo mentre i legni ciondolano sullo zaino. Il lago è di un profondo blu che contrasta con il bianco della neve mentre inizio a rincorrere chi mi sta davanti stantuffando i polpacci su per il dolce pendio: le mie prede intanto si avvicinano rapidamente e inesorabilmente. Supero le prime due ciaspoliste su un tratto semi ghiacciato e, poco più avanti, lancio la zampata nei confronti di altri tre. Non li invidio minimamente: loro a faticare in salita e in discesa mentre io avrò l’aria a scompigliarmi i capelli!

La montagna inizia ad inerpicarsi: supero una cornice ed esco dal versante nord per poi seguire lo stretto crinale verso l’anticima. Il vento deve aver lavorato di brutto, tanto che in alto affiorano addirittura diverse lastre ghiacciate: è l’ultima strenua difesa del Bregagno; me ne faccio un baffo, tolgo gli sci che continuano a pattinare e, tirando pedate al manto gelato, mi lascio l’ostacolo dietro le spalle. L’anticima è finalmente sotto i miei piedi! Sento l’odore dolce della vittoria, il gusto di poter finalmente mettere la X su questa montagna mentre un pullman di caiani ha da poco scaricato il suo carico presso la croce. In vetta c’è fermento, un brulichio come al mercato; a malapena riesco a farmi largo tra l’assembramento di folla. Scatto solo un paio di foto e poi inizio a scendere ma non nella direzione in cui sono venuto! No, io proseguo verso occidente! L’idea mi è venuta durante la salita: avevo preventivato circa 1400 metri di arrancamento ma, avendo lasciato l’auto ben più in alto di quanto segnato sulla relazione, mi sono perso per strada un paio di centinaia di metri. Conoscendo la mia scalpitante volta di caianesimo, l’occasione mi sembrava quindi ghiotta per tentare di raggiungere anche il Marnotto. Così, preso giusto un attimo di fiato, blocco gli attacchi e inizio a scivolare verso la cresta. Già alla prima risalita mi rendo conto che devo cambiare assetto: la cresta affilata, la neve a tratti dura e il versante ripido mi consigliano di fare tornare gli sci spettatori dell’impresa. Così mi trovo nuovamente con il capanno sopra la testa a lasciare la mia impronta sul manto intonso. La traversata è più che altro una faticaccia mentre devo stare ben attento dal tenermi lontano dalla pericolante cornice che si tuffa verso nord e valutare la tenuta del versante meridionale dove, di fatto, si svolge la mia traccia. Aggiro alcune roccette, salgo e scendo in continuazione finchè la debole difesa crolla. Il Marnotto è la davanti, resta solo un’ultima discesa. Ricalzo gli sci e raggiungo la vetta antistante dove, dopo poco più di un’ora di solitudine, ritrovo tracce umane. La mia esperienza solitaria, la ricerca di un briciolo di avventura a un tiro di schioppo da casa e su montagne frequentate come la tangenziale termina qui. Lascio perdere il Marnotto perchè sono stufo di scendere e salire e perchè l’orologio mi consiglia di fare dietro front; mi godo il mio momento di quiete, la gloria caiana e ritorno sui miei passi. Praticamente impiego lo stesso tempo dell’andata e poi il Bregano è ancora lì che mi spetta, solo, silenzioso. Arrivo di soppiatto, guardingo, non lo disturbo più di tanto, scatto alcune foto e poi mi butto giù per la discesa. La neve prima è polverosa, poi vagamente crostosa e quindi una specie di lastra di marmo. Gli sci filano veloci come fossero imburrati mentre le gambe vengono martellate a ripetizione dalle sconnessioni del manto. In realtà, mentre il regno del bianco scivola sotto i miei piedi, non mi diverto più di tanto, la discesa è di fatto solo un rapido perdere quota mentre la testa è completamente inebriata dall’esperienza caiana dal sapore ancestrale.


Cavallo Goloso


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sabato 04 febbraio ’12


La mattina è persa perché “il passatempo tra un week end e l’altro” si arroga il diritto di occuparmi fino all’ora di pranzo. Mi chiedono se mi fermo a Milano a mangiare con i colleghi, per socializzare. Non so se ridergli in faccia o mandarli a quel paese così, gentilmente, ringrazio e mi avvio verso la stazione: il piatto della bilancia è enormemente sbilanciato a favore dell’aria aperta, dell’avventura. D’altro canto, sull’altro piatto mi si propone una semplice mangiata con gente per lo più mai vista. Una volta sarebbe stato diverso: avrei divorato ogni cosa senza spiaccicare una parola per poi rimanere a contemplare la botte sullo stomaco in attesa di scaricare gli scarti dell’abbuffata. Ma una volta, privo di un “passatempo” così stringente, avevo anche la consapevolezza di poter bighellonare tra un week end e l’altro pur non avendo (quasi) un soldo in tasca.

Spingo sui pedali del mezzo-catorcio, sfilo e infilo gli indumenti, appiccico le pelli, salto in macchina e parto; obiettivo: Bregagno. Ovviamente non ho scelto l’itinerario più breve: troppo poco sbatti, meglio salire da Pianello! La strada è innevata ma la Punto sale senza problemi fin dove mi viene consigliato di parcheggiare: poco oltre Colly McRae è rimasto bloccato col suo Gran Cherokee! Inforco gli sci, scuoto la testa e mi avvio per la mia strada.

Ho una vaga idea del percorso dettata dal libricino che avevamo usato per Pigra; solo che si tratta di una guida estiva e scovare il sentiero sotto mezzo metro di neve non è proprio la cosa più facile. Per fortuna che davanti a me qualcuno ha già pensato a battere la traccia che, non so per quale motivo, sono sicuro mi condurrà in vetta. Risalgo il bosco fino a un gruppo di case per poi tornare tra gli alberi: ho la sensazione di andare troppo a destra e, oltretutto, in mezzo a quella ramaglia mi chiedo come sia possibile sciare. Sono sul punto di abbandonare il percorso battuto quando questo devia decisamente a sinistra portandomi in campo aperto e sul crinale. La lunga deviazione mi ha però fatto perdere del grand tempo e, quando si lascia l’auto dopo le 4 del pomeriggio, l’inconveniente diventa veramente disdicevole. Lo stimolo ha raggiunto il nucleo della terra e quest’aria gelida non fa che favorirne la discesa e la fuoriuscita dall’altra parte. Getto la spugna: in vetta non ci arriverò mai, per di più non digerisco l’idea di venir fagocitato dalla boscaglia così spello e faccio dietro-front.

Oh Bregagno, calcherò mai la tua morbida vetta? L’avevo tentato con Micol fermandomi al Bregagnino mentre ora la salita si arresta poco sopra i 1400m, ma tornerò, se non altro per fare la relazione!


Cavallo Goloso


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