PIGRA – SPONDA OCCIDENTALE DEL LARIO
Di solito le prime gite dell’Alpinismo Giovanile si traducono in sudate colossali, sotto una cappa asfissiante e un sole implacabile. Oppure, si ritorna lavati dopo aver passato la giornata con ombrello e mantella nel disperato tentativo di ripararsi dalla pioggia battente. Quest’anno invece la pazza primavera sembra regalarci finalmente una limpida giornata con temperature fresche. Così, quando sbarchiamo dal pullman, non veniamo fagocitati dalla calura dell’asfalto ma piuttosto siamo accolti da una leggera e fresca brezza.
Diligentemente incolonnati ci avviamo quindi verso il parcheggio di Dizzasco da cui inizia la mulattiera per Pigra; la rampa sale con pendenze disumane inerpicandosi tra le casupole costruite una sull’altra mettendo così alla prova i nostri polpacci legnosi appena destati dal letargo invernale; insomma, un risveglio traumatico. Imbocchiamo quindi la sterrata che ora ci concede magnanima qualche piccola tregua mentre il sole inizia il suo lavoro. La salita passa comunque con inaspettata rapidità così che, prima di quando avessi creduto, raggiungiamo il nostro obiettivo, un ampio pratone proprio in cima al paese.
Colti quindi da un’ondata di pigrizia dopo la sfacchinata, ci spaparanziamo sulla tenera erbetta prima di svegliarci a suon di panini, salami e formaggi per poi iniziare l’attività di giornata. Sfruttando la moltitudine di colori che si nasconde in un mondo che apparentemente è solo verde e marrone, i più piccoli tracciano sul terreno la loro micropista mentre gli altri si cimentano nel rappresentare la loro megapista su un foglio formato papiro. Così, dopo aver dipanato il filo del 35° corso, ci prepariamo a riavvolgere quello della giornata ripercorrendo a ritroso i nostri passi.
Cavallo Goloso
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Vorremmo andare a sciare ma le previsioni tempestose sulle Alpi ci spingono a moderare le nostre ambizioni puntando ad una passeggiata sulle rive del Lario; d’altro canto è parecchio tempo che Micol non caiana e gettarci nella baraonda dopo un lungo periodo di astinenza non è certo consigliabile. Mi sarebbe piaciuto passare una giornata sulla neve in sua compagnia anche perchè, partendo per Liverpool, questa poteva essere per lei l’ultima opportunità per lasciar correre i suoi sci sul bianco elemento. Lancio quindi qualche proposta escursionistica dopo aver escluso l’opzione falesia per timore del freddo ma, in realtà, l’obiettivo lo sceglie Micol spulciando un interessante libricino con diverse salite della zona: raggiungeremo Pigra a piedi lungo una ripida e solatia mulattiera. In fondo è una meta nuova anche per il sottoscritto e non nascondo che quel piccolo agglomerato mi aveva già incuriosito. In sintonia con il programma di puro piacere, partiamo da casa piuttosto tardi e, in tutta comodità, raggiungiamo la val d’Intelvi: la strada fino al parcheggio ha una pendenza allucinante, forse pari a quella che porta al parcheggio per l’Antimedale: spero che la Punto non si ribalti mentre pigio sull’acceleratore e il display segnala consumi da capogiro.
In giro non c’è nessuno nonostante il sole stia scaldando già da diverse ore tanto è vero che dopo pochi minuti siamo già costretti ad una pausa per levare gli abiti in eccesso; sembra di essere in pieno autunno: siamo circondati da diversi toni di gialli e marroni mentre una spruzzata di neve imbianca i versanti in ombra. Ad un tratto, un rumore tra i rami secchi del bosco attrae il nostro sguardo: prima uno, poi due e quindi un folto gruppo di caprioli saltella verso monte disturbati dal nostro vociare. Mi guardo attorno nella speranza di riuscire a scoprire dove si siano cacciati ma la loro rapidità è decisamente superiore rispetto quella del mio sguardo e così non riesco a catturare nessuna immagine del piccolo branco.
Con perfetto stile lariano, la mulattiera sale costante, senza mollare un attimo mentre saliamo gustando il panorama che si apre davanti ai nostri occhi. C’è un certo connubio tra i progettisti comaschi e quelli norvegesi: entrambi disegnano sentieri e mulattiere che cercano di salire per la massima linea di pendenza con il risultato che, se da un lato si guadagna rapidamente dislivello, dall’altro si è altrettanto velocemente preda della ghisa e del mal di gambe! Dal canto nostro sopperiamo all’avversità del percorso salendo senza alcuna fretta: non abbiamo alcun assillo d’orario ne sentiamo la necessità di raggiungere ad ogni costo Pigra e così ci fermiamo ripetutamente a riprendere fiato e a scattare qualche foto mentre il cuore batte col suo ritmico tum-tum.
La chiesa del paese compare quasi all’improvviso mentre sopra la costruzione religiosa sorgono le case del paese abbarbicate sul pendio. Regna un insolito silenzio e incontriamo solo qualche turista in attesa della funicolare per Argegno mentre il nostro abbigliamento lascia ben intendere la nostra natura caiana che si lascia cullare dai piaceri di una tranquilla giornata di sole. Spaparanzati sulla panchina con vista lago, siamo trasportati dai piaceri della gola e, un biscotto dietro l’altro, programmiamo il menù per la prossima cena da Fabio; Micol-cuoca si scatena: gnocchi fatti in casa e sciatt! Devo preventivamente smaltire altrimenti non mi tengo più!
Le Grigne ci guardano mentre prendiamo la strada del rientro sulla ripida mulattiera che costituisce un ottimo allenamento per i quadricipiti obbligati a rallentare il ruzzolare verso valle. E così la giornata volge al termine mentre già ci vediamo alle prese con farina, patate e olio per frittura.
Cavallo Goloso
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