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CASSIN – BADILE

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Accesso stradale

Da Colico (SO) prendere la strada per la Val Chiavenna raggiungendo l'omonimo abitato. Superare Chiavenna e proseguire per St. Moritz (indicazioni). Valicare la frontiera a Castasegna entrando in Svizzera e quindi continuare per circa 3Km fino a Bondo. Svoltare a destra lasciando la strada principale ed entrare nell'abitato dove si prende la stradina sulla destra (indicazioni per i rifugi Sciora e Sasc Furà). Proseguire lungo la stradina girando intorno al paese fino ad uno spiazzo sterrato. Pagare presso l'apposita macchinetta automatica il pedaggio per la mulattiera pari a 12,00F o 9,00€ (pagando con una banconota da 10,00€, si riceve 1F di resto! Tariffa dell'estate 2009) e proseguire lungo la strada sterrata che entra in Val Bondasca. All'unico bivio, continuare diritti (indicazioni per i rifugi Sciora e Sasc Furà). Lasciare l'auto ai bordi della mulattiera poco prima del termine della strada (spazio da lasciare libero per girare), ricordandosi di tenere bene esposto il biglietto dell'avvenuto pagamento.


Se si decidesse di percorrere la mulattiera a piedi, considerare almeno 1:00h a piedi per circa 500m di dislivello.


Avvicinamento

Dal termine della mulattiera, proseguire lungo il sentiero fino al primo bivio dove si svolta a destra attraversando il torrente (indicazioni per Sasc Furà). Proseguire per il ripido sentiero finchè questo non traversa in piano verso destra e poi, brevemente, raggiunge il rifugio (1:15h).


Dal rifugio, imboccare il sentiero che entra nel bosco proprio dietro la struttura (bolli bianchi e azzurri che segnalano il sentiero del Viale che porta al rifugio Sciora). Superare il tratto alberato e continuare lungo il sentiero finchè questo non inizia a traversare verso sinistra. Abbandonare il sentiero proseguendo diritti per gande in direzione dello spigolo (ometti). Superare un piccolo nevaio e quindi un tratto particolarmente ripido che porta alla base dello spigolo. Valicare lo spigolo scendendo per traccia sul versante opposto (possibilità di fare una breve calata attrezzata circa 50m sotto lo spigolo) fino a raggiungere una cengia che taglia la nord est. Superare la cengia fino al termine (nevaio pensile, può tornare utile un paio di ramponi) e quindi proseguire in verticale lungo alcune rocce rotte fino a raggiungere la base di un diedro appoggiato dove inizia la via. A destra del diedro, si trovano altre due strutture analoghe (2:00h; 3:15h).

Materiale


Note tecniche


Periodo consigliato

Estate


Relazione

L’attacco è posto alla base di un diedro (il terzo a sinistra tra quelli che si trovano al termine della lunga cengia che proviene dallo spigolo). Sosta di partenza attrezzata su cordoni.


L1 Superare il diedro (diedro Rebuffat) fino al termine. Spostarsi poi per placca facile in diagonale verso sinistra, fino a raggiungere la sosta (V+).


L2-L3-L4 Traversare in diagonale verso sinistra sfruttando la netta fessura (tratto più impegnativo appena lasciata la sosta, poi decisamente facile). Raggiungere uno stretto canalino sovrastato dalla parete sulla destra e sostare al termine (IV e poi III).


L5 Superare la placca sulla sinistra del canale con arrampicata delicata in diagonale verso sinistra sfruttando alcune fessure (VI/VI+).


L6 Salire diritti poi leggermente verso sinistra sostando su una cengia appena accennata (VI).


L7 Traversare verso sinistra fino ad una specie di spigolo appena accennato da cui si prosegue diritti in sosta (VI-).


L8-L9-L10 Salire diritti lungo un diedrino quindi uscire alla sua destra per poi proseguire per rocce più facili ma ancora verticali. Raggiungere una zona facile da cui si sale puntando alla porzione di parete compatta posta sulla verticale. Raggiunto il muro compatto (al termine della sezione facile), traversare brevemente verso sinistra raggiungendo un diedro verticale dove si sosta (V e poi III).


L11 Superare con arrampicata difficile il diedro uscendo sulla destra poco prima che la sua faccia destra lo tagli diventando un tetto. Proseguire più facilmente in diagonale verso destra fino alla sosta (VI+).


L12 Salire diritto lungo il diedro fino al termine, poi per canalino raggiungere la sosta (VI).


L13 Proseguire diritti lungo il diedro fino al termine. Traversare verso sinistra sotto il tetto e poi ancora per diedro fino alla sosta (VI+).


L14 Traversare brevemente verso destra raggiungendo una netta fessura da cui si ritorna verso sinistra. Seguire la fessura fino ad uno spigolo arrotondato raggiungendo una zona facile che sale in leggera diagonale verso destra. Continuare per questa facile rampa fino alla sosta posta quasi sul filo dello spigolo (VI-).


L15-L16 Traversare facilmente verso sinistra, quindi riprendere a salire sfruttando una fessura fino alla base dell'evidente camino (V).


L17 Superare la prima parte del camino fino a dove lo stesso si allarga fermandosi su comodo pianerottolo (VI-).


L18 Salire dentro il camino (diventato ora ampio) e, superato un tratto più verticale, raggiungere la sosta (V+).


L19 Salire diritti raggiungendo una cengia. Traversare brevemente verso sinistra e, prima del diedro-camino che sovrasta la cengia, salire facilmente diritto fino alla sosta posta in un punto più appoggiato (V-).


L20 Traversare in diagonale verso sinistra raggiungendo il diedro-camino; entrare nella struttura e proseguire fino alla sosta (IV+).


L21 Superare il diedro sopra la sosta raggiungendo alcune rocce rotte da cui si arriva allo spigolo (IV+).


Proseguire lungo lo spigolo e, dopo un paio di sali-scendi, raggiungere un breve salto in discesa (chiodo con cordino) che porta ad una comoda piazzola. Da qui scendere brevemente sul versante NE e proseguire per cengia fino ad un intaglio da cui si prosegue diritti raggiungendo l'obelisco della cima.


Per la discesa, esistono quattro possibilità differenti:

    1. Scendere lungo il versante meridionale come descritto di seguito. Dalla cima, spostarsi verso sinistra (guardando verso sud) e imboccare gli sfasciumi che scendono verso la Val Porcellizzo (sud). Scendere per un centinaio di metri fino alla prima doppia attrezzata (freccia rossa su masso). Calarsi lungo il canale fino allo spigolo. La seconda doppia inizia alla sinistra dello spigolo (viso a monte) e percorre il canale che scende in diagonale verso sinistra (viso a monte). Dalla sosta (sulla destra, viso a monte) scendere con altre 3 calate verticali lungo la parete fino a guadagnarne la base. Dalla base della parete, raggiungere il visibile rifugio Gianetti (2535m) prima per gande poi per traccia segnata con ometti. Dal rifugio scendere fino ai Bagni di Valmasino (1170m) per sentiero ben segnalato. Considerare 45min per arrivare al rifugio dalla base della parete e altre 2:30/3:00h per arrivare ai Bagni.

    2. Scendere fino al rifugio Gianetti seguendo l'itinerario 1, da qui risalire al passo Porcellizzo e scendere in alta Val Codera (ghiacciaio in discesa), raggiungere e superare il bivacco Natale Vaninetti e quindi proseguire per il passo della Trubinasca da cui si ritorna al Sasc Furà (considerare 5:00/6:00h dalla Gianetti al Sasc Furà).

    3. Scendere lungo la via normale che corre sul versante meridionale della montagna. Raggiunta la base, proseguire per l'itinerario 1 o 2.

    4. Scendere lungo lo spigolo nord con una ventina di doppie e tratti da superare in arrampicata (soluzione sconsigliata).

Note

Una grande parete risolta per la prima volta da un gigante dell'alpinismo; la linea attrae un gran numero di alpinisti con la conseguenza che si possono creare lunghe colonne e interminabili attese alle soste.

Le soste sono state recentemente riattrezzate a spit, solo lungo i tiri facili è necessario allestirle. Nella relazione qui proposta, vengono uniti i tiri percorsi in conserva.

La via è suddivisibile in due parti: la prima metà (fino a S10) è relativamente facile e può essere percorsa molto rapidamente (meno di 2 ore). Nella seconda parte, invece, si incontrano le lunghezze più difficili dove è generalmente sconsigliato progredire in conserva (considerare circa 4 ore).