|racconto|


BISBINO E GENEROSO

domenica 18 luglio ‘10


Domenica all’insegna della polivalenza: approfittando dell’assenza di un compagno per scalare, peraltro neanche tanto cercato, ne approfitto per fare uno dei miei giretti. L’idea iniziale era di riprendere un vecchio tentativo dell’anno scorso, poi la prospettiva di quei chilometri su asfalto e soprattutto di dovermi svegliare a orari improponibili, mi lascia desistere dal progetto. Ho almeno altre due alternative che prevedono di passare una giornata in sella alla mountainbike: giro delle colme da Brunate o salita al Generoso passando per il Bisbino.

Quest’ultima proposta riesce facilmente a spuntarla: quell’itinerario era già stato oggetto di un precedente tentativo a piedi, naufragato alla bocchetta d’Orimento, fatto questo che mi aveva scottato non poco.

Mi ritrovo dunque a pedalare lungo l’infinita salita che da Cernobbio conduce in vetta al Bisbino: il nastro d’asfalto si srotola sotto le gomme con una continuità e ripetitività disarmante, salendo dolcemente con un percorso snervante. Vengo superato da una decina di ciclisti di cui un paio pedalano ad una velocità almeno doppia rispetto la mia! Senza troppo preoccuparmi della cosa, raggiungo la cima del Bisbino e inizio la mia cavalcata su sterrato. Con alcuni saliscendi, arrivo fin sotto il Sasso Gordona e quindi al Prabello: sono negativamente stupito del tempo impiegato, ma prendo la cosa con filosofia e ricomincio a pedalare. Una bella discesa mi porta al Piano delle Alpi, da qui il percorso per boschi fino alla Bolla è piuttosto nebuloso. La cartellonistica, poco precisa e comunque a tratti decisamente incompleta, non mi è d’aiuto: devo fare affidamento alla mia precedente esperienza e sperare nella buona sorte oltre che nelle ipotesi fatte osservando il tracciato dal Prabello. Costeggio così il Crocione fino a raggiungere la partenza dell’impianto dismesso di risalita da cui proseguo fino alla bocchetta d’Orimento. Il mio obiettivo svetta là in fondo, mentre il sentiero sale dolcemente tagliandone i fianchi. Mi rendo conto che non potrò rientrare dallo stesso tragitto dell’andata come era nei miei progetti iniziali, ma questa volta non voglio mancare l’appuntamento con la vetta. Spingendo a tratti la bici lungo lo stretto sentiero, arrivo al costolone finale e da qui alla stazione del trenino: rinunciando a salire fino in cima per evitare di trascinare il mezzo sia all’andata che al ritorno, considero questa come la vetta ciclistica raggiunta dopo 7 ore di pedalate.

La discesa fino alla bocchetta d’Orimento è un vero piacere: sentiero con la giusta pendenza e difficoltà che mi permettono di lasciare correre le ruote e godermi l’aria che mi sferza il volto. Dalla bocchetta prendo una traccia in falsopiano che costeggia il Crocione sul versante che guarda alla Svizzera. Poco sotto la vetta, scollino: la mulattiera prosegue in senso opposto a quello che dovrei prendere e quindi non mi rimane che scendere per un ripido prato fino a ritornare al Piano delle Alpi. Da qui ho ancora una risalita verso il Prabello per poi passare in territorio elvetico e, con un’interminabile discesa, raggiungere Cabbio in val di Muggio da cui, con le gambe doloranti e il posteriore in condizioni peggiori, rientrare a casa.


Cavallo Goloso


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