GAZZIROLA (O GARZIROLA) – SOTTOCENERI
sabato 08 febbraio ‘14
Così non va bene! Mi era sembrato chiaro, evidente e assodato che ci dovesse essere un week end brutto e poi uno bello e invece i patti non sono stati rispettati. Qualcosa però bisogna pur fare anche perchè le previsioni sembrano comunque dare un briciolo di speranza. Escludendo l’arrampicata perchè servirebbero le pinne e, soprattutto, un deumidificatore gigante; non prendendo nemmeno in considerazione le cascate perchè il ghiaccio lo si trova al polo o dopo 2 giorni di ravano estremo, non resta che lo sci e con la valanga di neve caduta che prospetta polvere per i mesi futuri non è certo una seconda scelta! Ma appunto la massa abnorme porta all’infinito la scala del pericolo; oramai è come per la classificazione di Welzenbach, immobile al VI e oramai archiviata: anche per le valanghe si dovrebbe parlare di scala aperta!
Alla fine quindi propongo a Silvia, anche lei momentaneamente abbandonata dal rispettivo consorte, la Gazzirola: non sarà una cima ambiziosa ma è pur sempre una vetta che, di questi tempi di magra per lo scialpinismo, non è poi da buttare via! Quindi partiamo alla volta della misteriosa val Colla perchè, immancabilmente, o sbaglio versante o mi trovo a girovagare per il Ticino indeciso se uscire a Lugano sud o nord e poi smarrito tra le vie della cittadina. Comunque questa volta sembra essermi andata bene e, alla fine, raggiungiamo il punto di partenza. Il cielo è limpido anche se alcuni cavalloni scuri iniziano a valicare dalla cresta confinale ma non ci facciamo più di tanto caso iniziando quindi a seguire l’evidente traccia di salita.
Qualcuno ha spento la luce! Prima di quanto preventivato (o di quanto avessi inteso), il cielo si pennella di grigio, la nebbia cala le vesti sopra il pendio lasciandomi pensare che, se le cose iniziano ad andare già così, non è poi un male che Micol sia restata a casa. Continuiamo comunque imperterriti a salire rinfrancati anche dalle ripetute schiarite che ci fanno avvinghiare sempre di più all’esca e, quando siamo sulla spalla finale, la situazione è decisamente peggiorata: il vento inizia a sbuffare insistentemente e la visibilità cala drasticamente tanto che, a momenti, l’unica cosa che vedo sono le punte degli sci! Insomma, sembra ripetersi l’esperienza del Dobratsch!
Serriamo i ranghi e teniamo duro fino al culmine della salita dove l’unica cosa che ci fa comprendere di essere in cima è la palina sommitale, semi sommersa dalla montagna di neve che ricopre la vetta. Rapidamente ci buttiamo sulle tracce di salita perchè il panorama è piuttosto monotono, grigio sia a sud che a nord! La neve però è uno spettacolo, una polvere solo forse un po’ appesantita ma comunque una vera goduria. Siamo anche quasi fortunati: seguendo le tracce di discesa di chi ci ha preceduto, riusciamo ad inanellare una serie di scodinzolanti pennellate che ci permettono di uscire dal cuore della massa oscura. Insomma, alla fine riesco anche a sciare e a divertirmi! In basso poi la neve inizia a fare una leggera crosta ma il percorso tritato dai passaggi si rivela tutto sommato più che accettabile, resta solo da sperare che “febbrembre”, fratello di novembre, inizi a levare le tende un po’ rapidamente!
Cavallo Goloso
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