GLI ORACOLI DI ULISSE E IL RITORNO DEL GIGIAT – SCOGLIO DELLE METAMORFOSI
Accesso stradale
Da Morbegno (Valtellina, SO) prendere per Sondrio. Superato il ponte sull'Adda si incontra quello sul Masino. Superarlo e girare a sinistra, imboccando la strada per la Val Masino. Proseguire per circa 13Km fino all'abitato di San Martino. Dalla piazza del paese (subito dopo il ponte sul torrente), svoltare a destra (indicazioni parcheggio) e proseguire diritti fino al campo sportivo (indicazioni) dove è possibile posteggiare gratuitamente.
>In alternativa, munirsi del biglietto per accedere con l’auto in val di Mello (il biglietto è acquistabile, al prezzo di 5,00€, al parcheggio all’ingresso del paese): dalla piazza del paese, svoltare a sinistra e, al secondo tornante, girare a destra e prendere la strada in salita, entrando in Val di Mello. Proseguire fino all'ampio posteggio sterrato dove si lascia l'auto. L’accesso alla val di Mello, a partire dall’autunno 2010, è diventato a pagamento per ogni mese dell’anno. Dal maggio 2011 è stato rimesso il pulmino che nei week end porta al posteggio della val di Mello partendo dal parcheggio all'ingresso del paese (1,00€ la corsa).
Avvicinamento
Dal campo sportivo, tornare indietro fino al primo ponte sul torrente Mello; senza attraversarlo, costeggiare il torrente fino a entrare nel bosco (lato sinistro idrografico). Continuare lungo il sentiero che prosegue in leggera salita. Si incontrano due ponti sulla sinistra che permettono il superamento del torrente, raggiungendo la strada sul versante opposto. Proseguire sempre lungo il sentiero, attraversando solo al terzo ponte, subito prima di un'ampia piana. Svoltare a destra raggiungendo il parcheggio sterrato e da qui brevemente l'osteria del Gatto Rosso (20'/30').
Dall'osteria del Gatto Rosso, proseguire lungo il sentiero sul versante destro idrografico raggiungendo un ponte sul torrente che conduce ad un nucleo di case sulla riva opposta. Proseguire senza attraversare fino al Bidet della Contessa (o Ansa della Tranquillità): una caratteristica pozza del torrente con masso adatto per i tuffi. Lasciare la mulattiera in corrispondenza della pozza, prendendo il sentiero sulla sinistra che entra nel bosco subito prima del prato. Seguire sempre il sentiero in salita fino a raggiungere un salto roccioso che si supera per una specie di rampa-canale (ometti). Proseguire in salita lungo il sentiero fino a superare una cascata. Poco oltre si incontra un saltino roccioso (segni bianchi e rossi) che si supera da sinistra a destra. Proseguire ora sempre nel bosco inizialmente fitto fino a raggiungere una bella faggeta in corrispondenza della quale si incontra la parete dello Scoglio delle Metamorfosi. Salire diritti alla parete raggiungendola dove questa risulta essere un muro compatto leggermente strapiombante. Spostarsi quindi verso sinistra (viso alla parete) fin dove la parete diventa più aggettante e gira un po’ verso l’alto. Raggiungere un albero praticamente attaccato alla roccia oltre il quale si trova l’attacco (1:00h; 1:30h da S. Martino).
Materiale
corde da 60m
25 rinvii
Camalots da 0,4 a 4 (utile il 5 se si sale dal tiro di Fazzini)
C3 da 00 a 2
chiodi e martello
2 staffe per il capocordata (utili)
Note tecniche
difficoltà: VII+ e A2 (VII- obbl.)/R2/III
lunghezza: 300m (7L)
esposizione: S
quota partenza: 1490m
discesa: in doppia
primi salitori: F. Boffini, A. Boscacci, J. Merizzi (1978) – T. Fazzini (1989, per il Ritorno del Gigiat)
Periodo consigliato
Marzo – novembre evitando però i periodi più caldi.
Relazione
L’attacco è in corrispondenza del diedro fessurato che si incontra subito dopo l’albero.
L1 Salire per il diedro lungo la fessura di sinistra raggiungendo una zona facile appoggiata alla cui destra si sosta (IV). In alternativa è possibile salire il diedro lungo la fessura di destra (il Ritorno del Gigiat; VII).
L2 Aggirare lo spigolo a destra della sosta. Salire per circa 2/3m per poi traversare in orizzontale verso destra lungo una fessurina e poi una specie di vena a tratti interrotta. Raggiungere una specie di spigolo oltre il quale si sosta, in corrispondenza di alcune rocce rotte (chiodo e spuntone; VI+).
L3 Salire diritti lungo la fessura e quindi spostarsi in diagonale verso sinistra lungo la placca appoggiata. Raggiungere il termine della placca (Porta del Cielo) dove si allestisce la sosta su friend (utili friend medio grossi; poco più in basso, sulla sinistra viso alla parete si vede la sosta a spit dell'ultima doppia; V+).
L4 Salire il muro soprastante con arrampicata artificiale su chiodi a pressione fino a raggiungere il tettino che chiude il muro. Traversare brevemente a sinistra e quindi superare il tettino con passo delicato prendendo una fessurina. Raggiungere il tetto soprastante e quindi traversare in orizzontale verso sinistra sotto la struttura fino a raggiungerne l’estremità sinistra dove si sosta (VII- e A2).
L5 Salire diritti lungo la fessura fino a raggiungere una specie di vena lungo la quale è possibile traversare facilmente verso sinistra. Raggiungere la cengia erbosa che sale in diagonale verso destra. Seguire la cengia fino al termine in corrispondenza di un ripiano dove si sosta (VII-).
L6 Risalire il diedro-fessura sopra la sosta fino alla fessura orizzontale. Traversare in orizzontale verso destra sfruttando con le mani la fessura a tratti vegetata. Raggiungere un diedro che si risale fino al termine dove si sosta (VII).
L7 Spostarsi a destra della sosta e quindi seguire la fessura strapiombante soprastante. Superare due risalti e poi, per placca appoggiata intervallata da alcuni tratti erbosi, si raggiunge facilmente la sosta in corrispondenza di alcuni alberi (VII+).
Dall’ultima sosta calarsi con due o tre doppie su soste a spit fino a raggiungere la Porta del Cielo (ultima doppia in obliquo verso sinistra viso alla parete; prestare attenzione a non fare incastrare le corde nella fessura della Porta: probabilmente facendo tre calate brevi è possibile evitare che le corde si incastrino). Un’altra calata deposita alla base della parete.
In alternativa é possibile proseguire dalla S7 per un'altra lunghezza su placca (III) raggiungendo la sommità della struttura da cui si prende la traccia in salita fino a raggiungere, dopo poche centinaia di metri, una radura delimitata da diversi massi posti in cerchio. Rientrare nel bosco sulla destra dove la traccia si infila nell'ombrosa valletta che delimita lo Scoglio delle Metamorfosi (è possibile trovare neve ad inizio stagione). Scendere fino a riguadagnare l'attacco.
Note
La prima via della struttura che sale con arrampicata artificiale e libera su roccia sempre ottima. La via risulta molto chiodata; molto valida.