OCEANO IRRAZIONALE – PRECIPIZIO DEGLI ASTEROIDI
Accesso stradale
Da Morbegno (Valtellina, SO) prendere per Sondrio. Superato il ponte sull'Adda si incontra quello sul Masino. Superarlo e girare a sinistra, imboccando la strada per la Val Masino. Proseguire per circa 13Km fino all'abitato di San Martino. Dalla piazza del paese (subito dopo il ponte sul torrente), svoltare a sinistra; al secondo tornante girare a destra e prendere la strada in salita, entrando in Val di Mello. Proseguire fino all'ampio posteggio sterrato dove si lascia l'auto. Novità di quest’anno (maggio 2010) è il pagamento di un ticket di 5,00€ giornaliero per ogni auto che entra in val di Mello (il biglietto è acquistabile al parcheggio all’ingresso del paese); l’accesso è comunque limitato a 80 vetture e consentito fino a giugno.
Da giugno agli inizi di settembre, è vietato l'accesso in Val di Mello alle automobili (cartello con regolamento esposto all'imbocco della Val di Mello). E' possibile posteggiare a pagamento subito prima del paese dove, in corrispondenza del ponte sul torrente, parte il servizio navetta per la Val di Mello (1.00€ a persona). Oppure dalla piazza, svoltare a destra (indicazioni parcheggio) e proseguire diritti fino al campo sportivo (indicazioni) dove è possibile posteggiare gratuitamente.
Avvicinamento
Dal campo sportivo, tornare indietro fino al primo ponte sul torrente Mello; senza attraversarlo, costeggiare il torrente fino a entrare nel bosco (lato sinistro idrografico). Continuare lungo il sentiero che prosegue in leggera salita. Si incontrano due ponti sulla sinistra che permettono il superamento del torrente, raggiungendo la strada sul versante opposto. Proseguire sempre lungo il sentiero, attraversando solo al terzo ponte, subito prima di un'ampia piana. Svoltare a destra raggiungendo il parcheggio sterrato (20'/30').
Dal parcheggio sterrato, proseguire brevemente lungo la mulattiera fino a una valletta (solitamente in secca) che scende dalla Val Livincina e attraversa la strada (proseguendo sulla sterrata si raggiunge l'osteria del Gatto Rosso). Imboccare quindi la valletta salendo verso la Val Livincina lungo il ben marcato sentiero in sinistra orografica; raggiunto il primo salto di roccia, si attraversa il torrente (solitamente in secca) verso alcune placche. Imboccare un canaletto che taglia le placche traversando verso sinistra (viso a monte) e raggiungendo alcuni alberi. Da qui la traccia torna verso destra (viso a monte) puntando ad un grosso faggio. Raggiungere la pianta arrivando alla base della parete strapiombante che si costeggia verso sinistra (viso a monte) raggiungendo un altro grosso faggio. Superato l’albero, si incontra una placca con corda fissa che si risale (controllare lo stato della corda); la traccia prosegue più facilmente fino ad uno stretto passaggio tra due rocce che quasi si toccano. Superare il passo raggiungendo un’altra fissa che sovrasta un salto molto esposto sopra la Val Livincina. Proseguire assicurandosi alla fissa fino a ritornare sul versante orografico sinistro. Risalire quindi la cengia (corda fissa) raggiungendo alcuni alberi da cui si prosegue diritto fino ad una facile placca appoggiata sulla sinistra. Risalire lungo lo spigolo arrotondato della struttura raggiungendo un’altra ampia fascia alberata (cengia del Precipizio) chiusa a monte dalla parete. Costeggiare la parete verso destra (viso a monte) fino a incontrare una grotta (ottimo posto da bivacco). Superare la struttura oltrepassando la verticale dell’evidente fessura dove passa la via e quindi proseguire brevemente finché la cengia si assottiglia nettamente (1:20h dal parcheggio; 1:50h da S. Martino).
Materiale
2 corde da 60m
12 rinvii
C3 n°2
Camalots da n°0.4 a 4 (raddoppiando le misure da 0.75 a 3) e eventualmente n°5
martello e qualche chiodo
Note tecniche
difficoltà: VII/R2/III
lunghezza: 400m (11L)
esposizione: S
quota partenza: 1400m
discesa: in doppia
primi salitori: I. Guerini, M. Villa (1977)
Periodo consigliato
Aprile – ottobre.
Relazione
L’attacco della via è posto dove la cengia si assottiglia nettamente, circa 20m a destra (viso a monte) della verticale dell’evidente fessura lungo cui sale la linea.
L1 Salire lungo la fessurina traversando quindi a sinistra su placca appoggiata in direzione di un vecchio cordone. Raggiungere due chiodi di sosta sotto la verticale del cordone, quindi proseguire, sempre in traverso verso sinistra, superando un vago spigolo e quindi una placca delicata (tratto chiave; spit martellato, eventualmente rinviabile con una fettuccia). Proseguire in diagonale verso sinistra verso alcune zolle d’erba. Proseguire facilmente lungo le zolle in direzione dell’evidente fessura verticale poco a sinistra, sostando poco prima di incrociarla (circa 50m di tiro; VI+).
L2 Risalire la fessura che diventa sempre più impegnativa. Superare un tratto strapiombante e quindi alcune zolle erbose oltre le quali si sosta (VI).
L3 Dalla sosta salgono due fessure parallele vicine. Risalire lungo la fessura di sinistra fino all’altezza di una sosta sulla destra (chiodi e cordoni). Traversare alla sosta (utile Camalot n °4) e proseguire diritti dove la fessura diventa diedro strapiombante (tratto impressionante ma non particolarmente difficile). Superare il primo salto e poi ritornare alla fessura di sinistra (passaggio delicato sfruttando una fessurina cieca). Proseguire diritti per facile fessura verticale fino a 3 chiodi di sosta. Da qui traversare brevemente in orizzontale verso destra raggiungendo un’altra sosta più comoda su terrazzino (55m ca; VI+).
Dalla sosta di partenza (S2) è possibile risalire la fessura di destra, evitando il primo difficile traversino (soluzione probabilmente un po’ più facile).
L4 Salire diritti raggiungendo la base del tetto sovrastante. Spostarsi leggermente verso destra (difficile) raggiungendo la grossa fessura alla base del tetto. Seguire la difficile fessura (tratto della tromba) fino al termine (utili Camalots n°4 e 5) con arrampicata molto faticosa, sostando sotto una fessura verticale (VII).
L5 Aggirare lo spigolo sulla destra e risalire il diedro-fessura uscendo ad un comodo abete dove si sosta (tiro corto, meno impegnativo del precedente; VII).
L6 Risalire brevemente la rampa erbosa fino alla grossa fessura sulla sinistra. Proseguire lungo la fessura quasi orizzontale fino ad un grosso abete dove si sosta (III).
L7 Proseguire lungo la facile rampa fino a raggiungere due piccoli alberelli dove si sosta. Si incrocia qui la temibile Brutamato Ye Ye di cui è visibile uno spit con cordino sul muro a sinistra (55m ca; III).
L8 Continuare lungo la rampa e, poco prima di raggiungere la fessura verticale posta al termine della struttura, spostarsi a destra oltre il filo dello spigolo, sostando su cengia (IV).
L9 Risalire la rampa fino al termine quindi proseguire lungo la fessura verticale. A metà circa, si incontra una bella e facile fessura che devia in diagonale verso destra. Prendere questa fessura e risalirla superando alcuni arbusti. Proseguire sempre per la fessura fino ad un alberello dove si sosta (55m ca; V).
L10 Continuare lungo la rampa erbosa che sale in diagonale verso destra. Continuare sempre lungo la rampa erbosa che diventa ora una specie di canale più verticale raggiungendo, a metà circa, un albero; fin qui circa 60m (IV).
L11 Risalire il tratto finale del canale e, superata una placchetta, si raggiunge sulla sinistra una cengia con grosso abete (fin qui circa 10m). Proseguire in conserva (prestando massima attenzione) sempre diritti dove più facile. Superando alcune facili placche e zone erbose si raggiunge la cima della struttura costituita da un bucolico praticello (III).
E’ possibile accorpare L10 e L11 superandole interamente in conserva. In tal caso si consiglia comunque di assicurare il primo di cordata per il primo tratto (quello più impegnativo). Prestare comunque la massima attenzione.
Dal termine della via scendere brevemente per traccia verso sinistra (viso a monte). Superare alcuni alberi raggiungendo il bordo della struttura (paletto verticale metallico). Si raggiunge ora la sosta finale di Anche Per Oggi Non Si Vola da cui si scende con una serie di doppie (9 o 10 doppie) ritornando sulla cengia del Precipizio (circa 20/30m a sinistra dell’attacco di Oceano).
Scendere lungo la cengia raggiungendo il bordo delle placche sottostanti. Da qui scendere ancora per circa 30m raggiungendo un ometto da cui inizia la linea di doppie che riporta alla base del Precipizio (fare attenzione quando si raggiunge la prima sosta; calata lungo la via Piedi di Piombo con 4 doppie). Dall'ultima calata, abbassarsi brevemente nel bosco in diagonale verso sinistra (viso a valle) raggiungendo un altro salto roccioso che si supera con un'ennesima doppia (30/35m calandosi da alcuni cordini con maglia rapida). Al termine, imboccare la traccia che, traversando in discesa verso destra, si ricollega con il sentiero della Val Livincina.
Note
Stupenda linea che alterna ad una prima metà difficile, una serie di tiri più facili ma sempre spettacolari; via più impegnativa ma forse anche più bella di Luna Nascente. Semplicemente imperdibile.
La via è interamente da proteggere (soste attrezzate e qualche chiodo sul L1 e L4). Alcuni tiri sono molto lunghi (quasi 60m); L6, L7 e L8 seppure facili sono difficilmente proteggibili.