MEXICO E NUVOLE – MEDALE
venerdì 19 dicembre ‘14
Avevo in mente qualcosa di grandioso ma, in fin dei conti, forse è meglio che sia andata in altro modo. Pensavo ad una puntata ad Arco giusto per sfruttare la guida con le vie oppure a qualche tentativo estremo sulla parte centrale del Medale ma alla fine, causa impegni vari, ci rivolgiamo a qualcosa di più abbordabile anche se ingaggioso.
Avrei scommesso che mi sarei trovato nel deserto dei Tartari e invece già al parcheggio incontriamo due cordate! Poco male: le possibilità che vadano a ficcarsi su Gocce Imperiali dovrebbero essere prossime allo zero, sempre che non si ripeta il film della Boga! L’idea infatti è quella di ripetere la via fatta con Luca e Fabio quando, a dire il vero, il forte climber ci aveva scarrozzati su per la parete. Ci carichiamo quindi con sovrabbondanza di friends e dadi più qualche chiodo, il martello e l’immancabile staffa accompagnata dall’utile cliff che si spera rimanga sempre appeso all’imbraco! Sempre considerando la scommessa oramai persa, i primi tiri della Taveggia sono già occupati da una cordata che, ancora una volta, confido intendano portare a termine dall’inizio alla fine senza alcuna divagazione laterale. Mantengo quindi la dovuta calma, saluto il Michi e inizio a salire. Siamo abbastanza rapidi anche se sul diedro di VI mi cago un po’ nelle mutande: il pattinaggio su ghiaccio non è certo il mio sport e, tanto meno, la scalata sul sapone! Superiamo indenni l’ostacolo (tirando solo qualche chiodo qua e là) e quindi il Michi conduce la cordata davanti la porta della vera avventura. Mentre salgo da secondo, studio il duo che ci precede e che, ovviamente, si è portato su Gocce Imperiali! Il capocordata ha un che di famigliare anche se mi pare molto strano averlo raggiunto e, soprattutto, vederlo con il casco! Continuo quindi a lanciargli occhiate indagatrici alle quali il sospettato risponde con altrettanta curiosità finchè: “Fra!”; “Luca!”.
A quel punto i nostri programmi cambiano: se Luca vuole provare in libera la via, non vorrei rischiare di fare coda dietro le sue chiappe anche se poi riuscirà a passare a vista uscendo dalla parete poco dopo di noi. Così, escludendo la possibilità di continuare su “Taveggia la saponaria”, studiamo una soluzione per passare su Mexico ben sapendo che da qualche parte in questa zona una cengia dovrebbe permettere il collegamento. Individuo il possibile passaggio e mi muovo nella speranza di non fare il cliente da Mediaworld e portarmi a casa qualche televisore! Alla fine riesco nell’impresa e raggiungo quindi l’ultima sosta di Eternium.
È quindi il Michi ad aprire le danze sulla nuova via e a insegnarmi un concetto semi sconosciuto: passare in rigorosa libera. Rimango basito: cioè senza tirare nessun chiodo? Senza mettere nemmeno di sfuggita un piedino su uno spit?! Provo ad impegnarmi e ad adeguarmi anche se concettualmente l’idea stravolge completamente la mia etica. Ma, per una volta, posso anche tollerare un simile stravolgimento di fronti, andare a braccetto col nemico e provare le sue stesse sensazioni. Riesco quindi a portarmi a casa la prima placca scalando esclusivamente sulla roccia: ma qui sono da secondo, vedremo poi sul tiro seguente. Parto in leggero strapiombo (e già la cosa non mi piace più di tanto) però tengo duro: gonfio i bicipiti e passo senza azzerare fino ad arrivare ad un ribaltamento su placca dove non resisto e piazzo un piedino sul resinato. L’ultimo tiro duro lo chiudo in quasi libera ma ancora da secondo e comunque appoggiando e scaricando abbondantemente il peso sulla corda: da primo avrei tirato quasi sicuramente o, blasfemia, sarei volato! Riesco comunque a riappacificarmi col caianesimo tirando la cordata sull’infido e marcio canale d’uscita: ahaa, finalmente un po’ d’aria per i miei polmoni intossicati!
Cavallo Goloso
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