GOCCE IMPERIALI – MEDALE
domenica 08 gennaio ‘12
Ancora una volta mi trovo invischiato con Luca e Fabio; oramai è lampante: circondato dal calore delle mura di casa, trovo un inaspettato piacere a pianificare il week end e a sognare come arrabattarmi per venire a capo del problema di turno. Poi va a finire che quando i cazzi si fanno veramente duri mi chiedo cosa diavolo mi sia saltato in mente, ordino a Luca (perchè poi, di fatto, è lui che ci tira fuori) di tirare per bene la corda mentre con tecniche raffinate di staffate estreme guadagno un millimetro dietro l’altro. È tipo la danza del ventre: si porta il bacino verso la roccia con un movimento rapido mentre si urla “blocca” per poi ricadere immediatamente sull’imbraco; lo spostamento permette di guadagnare si e no 3 o 4 centimetri che, per l’allungamento della corda, si perdono appena ci si appende. A quel punto l’unico modo è staffare. Non mi sono ancora trovato così nella merda da dover utilizzare i prussik sulla mia stessa corda, ma c’è sempre tempo!
Non mi ricordavo che la Taveggia fosse così unta. È stata la mia prima via in Medale, salita con Lorenzo. Ricordo solo il tetto intorno al VII/VII+, o meglio: l’unto delle sue prese. Per il resto è il buio assoluto. Lasciamo scaldare le braccia e le dita di Luca facendolo scalare da primo; oltretutto, in questo modo, dovremmo guadagnare del tempo prezioso. Anche perchè Fabio dev’essere a casa presto. Lui e i suoi orari caiani: era disposto a trovarsi a Lecco alle 8:30, solo perchè gli avevo proposto le 9:30. Sostanzialmente ha una sola fascia oraria: 7:00 o 7:30, sia se vai a far cascate in culo ai lupi sia se vai in Medale. Alla fine della giornata dobbiamo però ringraziare la sua indole: se ci fossimo trovati all’orario inizialmente pianificato (effettivamente un po’ troppo da FF) saremmo scesi col buio.
La Taveggia passa: se sulla fessura del quarto tiro si mettesse del grasso, aumenterebbe il grip. Peccato. Ora ci tocca trovare l’attacco di Gocce Imperiali: iniziano i cazzi.
Non pensavo che le vie in questa porzione di parete fossero così vicine: a pochi metri sulla sinistra c’è Anniversario mentre tra questa e la nostra via sale Saronno. Sulla destra c’è subito la Taveggia e poi Mexico e Nuvole: un dedalo di vie su uno sputo di parete. Meglio: se devi scappare, in teoria non hai che l’imbarazzo della scelta!
Luca sale; è un po’ troppo lento per i suoi standard; io e Fabio ci guardiamo: la via dev’essere bella impestata. Arriva in sosta e ci recupera. Effettivamente la scalata non è per nulla banale: prima per muro verticale e placca a gocce e poi in leggero strapiombo con protezioni che non permettono di azzerare. Insomma, se fossimo saliti da primi, avremmo dovuto sfoderare le nostre migliori tecniche d’arrangiamento. La sosta è comoda come sedersi su una sedia ribaltata. La lunghezza seguente è un po’ più tranquilla (nel senso che la chiodatura è più vicina) ma la sosta resta un vero supplizio. Non capiamo dove bisogna proseguire: Luca prova a sinistra su blocchi instabili e, nel giro di pochi secondi, penzola sotto di noi; fortunatamente il volo non ha avuto conseguenze ma sia io che Fabio punteremmo le corde verso la Taveggia. Luca invece no. Si intestardisce e prova a destra: la soluzione è quella giusta e così ci porta alla base dell’ultimo tiro duro. Lo raggiungiamo staffando sul passo d’artificiale: sono stanco ma il profumo della vetta è la benzina ideale. Qui sarebbero iniziati i cazzi amari: non credo sarei riuscito a passare da primo, forse avrei dovuto usare i cliff. Tra l’altro non mi preoccupo di capire i movimenti: lancio alla fettuccia lasciata da Luca per facilitare la nostra salita ed esco dal duro.
Manca solo un tratto sul marcio infido: passiamo in testa simultaneamente io e Fabio e usciamo dalla parete. Gocce Imperiali è sotto di noi; non so, forse ci tornerò così da poter dire di averla fatta e non di essere stato semplicemente tirato su. O forse l’idea di ripetere alcuni passaggi mi svuota l’intestino e quindi preferisco restarmene in panciolle e leggere le mie avventure.
Cavallo Goloso
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