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MATERIA ESOTICA NEL MONDO QUANTISTICO – VANDEA

mercoledì 01 novembre ’23


Nel caianesimo della Laura pare che di esotico ci sia il sole e il godersi una giornata in tranquillità. D’altra parte lei il Caianesimo ce l’ha stampigliato dalla nascita e Quello si diverte solo col pianto e lo stridore di denti. Provo a sparigliare le carte in tavola per cercare di dimostrare che, qualche volta, andare per monti possa anche essere una semplice goduria, senza l’assillo di rocce bagnate o vento gelido che sbuca all’improvviso. Così sfoglio la guida e tiro fuori una vietta in zona Grignone ma poi arriva l’Inverno, il Generale russo e noi non siamo ancora pronti a indossare pelli e sci così, se non vogliamo appiccicarci alle pareti come la lingua sul ghiacciolo, mi tocca arroventarmi e pensare ad un’altra meta. Alla fine opto per Vandea: posto in ambiente idilliaco, viette brevi e tranquille (soprattutto senza l’assillante obbligo di dover per forza raggiungere la cima!) e avvicinamento semi ridicolo. Poi però il Jag fa il gufo del malaugurio: “Guarda che ha piovuto tantissimo… Piscerà giù…”. Di fare una giornata con pinne e maschere non ho la minima intenzione ma provo comunque l’azzardo e coinvolgo anche il Biancolini. Già la strada non preannuncia nulla di buono con una serie di rigagnoli che corrono giù dai tornanti: ho in mente una possibile alternativa ma preferisco tenerla in serbo, anche perché dovremmo fare la circumnavigazione del lago e, più che una gita arrampicatoria, potrebbe diventare un tour automobilistico. L’avvicinamento sembra ancora il mandante del Jag col sentiero che, a tratti, pare un circuito da rafting per nani ma noi proseguiamo forti del fatto che, in lontananza, le pareti sembrano asciutte. Così raggiungiamo l’attacco di Materia Esotica che, a discapito del nome che ricorda idilliaci e caldi panorami, piscia dal secondo tiro come un incontinente. Si profila un Nuovo Cinema Paradiso remix? L’idea mi da il voltastomaco e l’altra cordata titubante tra il partire e il lasciare perdere non aiuta nella scelta. Così procrastino: butto la doppia per raggiungere la base della prima lunghezza (e ancora il fantasma di Nuovo Cinema bussa alla porta) e poi si vedrà. Anche la partenza del primo tiro è diversamente asciutta: non è lo scivolo dell’AcquaPark ma diciamo che una bella phonata potrebbe anche starci. Schivo i tratti più bagnati e ritorno alla cengia, sotto i nodi del pettine. La coppia titubante si è intanto involata da qualche altra parte: hanno detto anche dove ma la cosa mi è rimasta appiccicata come un post-it sotto l’effetto del vento. Intanto però mi sono galvanizzato: la seconda lunghezza non sembra più una mangiatrice di caiani e, soprattutto, i fix sembrano essersi riavvicinati. Tiro il primo, poi il secondo e al terzo dovrei arrivare senza grossi problemi. Vai, mi sono convinto! Chiedo alla Laura e al Bianco e loro fanno spallucce: beh, in effetti l’acquaplaning lo sperimenterei io e, visto che non ho voglia di lasciare un’ennesima incompiuta, mi butto nella mischia. Come previsto tiro quel che c’è da tirare, sia esso rinvio o tacca bagnata (soprattutto il primo) e, alla fine, raggiungo la sosta. Dietro mi seguono e tutto procede al meglio, anche sul tiro che dovrebbe essere quello “duro” ma che poi, sarà forse perché asciutto, mi sembra più semplice del secondo. Così corro letteralmente all’uscita mentre dalla Valtellina, al posto di un’orda di Lanzichenecchi, travalica un muro d’acqua che spero non intenda svoltare verso destra. Recupero gli altri e intanto butto l’occhio verso l’acquazzone; esce il Bianco e poi la Laura. Ci sleghiamo e le prime gocce arrivano: lavatrice in vista! Cerchiamo di sbrigarci mentre ripenso ai minuti preziosi persi per la sosta della seconda colazione o la pausa bagno ma, alla fine, la lavata è solo un breve assaggio, giusto per distoglierci dall’idea di ripeterci su un’altra salita della zona e farci ruzzolare fino all’auto.


Cavallo Goloso


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