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MARIA A MARE – CAPO D'UOMO

domenica 06 ottobre ‘24


Sinceramente non l’avevo messo in conto: dopo la caianata sullo spigolo Bonatti, avevo dato per scontato che oggi sarebbe stato il turno della giornata in spiaggia e, infatti, non avevo dimenticato di caricare la palla tra i vari armamentari stipati in auto perché passare un’intera giornata nel dolce far nulla è assai faticoso! Invece la Laura, terminata la salita del sabato, mi spiazza - Domani ne facciamo un’altra? - Posso forse deludere le sue aspettative? Certo che no, così, dopo aver testato la cucina locale, torniamo a passare la notte al parcheggio per Capo d’Uomo perchè le “tradizioni” vanno rispettate. Questa volta è ancora scuro quando qualcuno decide di strapparci dall’abbraccio di Morfeo lasciando in quattro e quattr’otto la propria auto di fianco alla nostra e allontanandosi nel buoi rischiarato dalla flebile luce delle frontali. Proprio non mi capacito di questa frenesia da voglia di attaccare la parete: siamo forse al Bianco? O in Masino e ci aspettano ore e ore di sfacchinata per andare a cacciarci su qualche parete dimenticata? Non mi pare o, forse, il mio lato da FF sta diventando sempre più preponderante. Meglio dirlo a bassa voce o, anzi, starsene proprio zitto perché la Laura potrebbe azzannarmi alla giugulare e ripudiarmi. Provo comunque a prendere tempo con un chiaro - Mmmm - segno inequivocabile che me la sto spassando a ronfare ancora un po’ ma sull’altro lato del letto non la pensano allo stesso modo - Dai, dai muoviamoci che poi troviamo coda - Mi stiracchio, saluto il mondo dei dormienti e do il buongiorno a quello degli svegli e (più o meno) sono operativo. Chi scende dall’auto nel frattempo appena arrivata però lo è più del sottoscritto: ferri, corde e ferraglie invadono il piazzale mentre i tre discutono sul materiale necessario (ancora mi chiedo se ci troviamo alla base del Civetta o della Marmolada) - Ecco, vedi? Ora ci rubano il posto! - la Laura inizia ad essere ossessionata come se fosse stata punta dalla mosca del Caianesimo - Ma no, ma no: andranno da qualche altra parte… - però, intanto, cerco di velocizzare i preparativi. Così una decina di minuti dopo anche noi ci troviamo nuovamente sul sentiero. Questa volta l’avvicinamento corre via più veloce e quando arriviamo a ridosso della parete la coppia dei nottambuli ci sembra già sufficientemente in alto (non che questo abbia un grande significato vista l’altezza decisamente poco smisurata della mole calcarea che ci sovrasta) mentre del trio nessuna traccia - Ecco: li troveremo all’attacco… - resto in silenzio con la speranza che puntino allo spigolo ma questa ha vita assai breve quando, dopo essere scesi dal canale che sembra un trampolino di lancio per un tuffo nel mare, li avvistiamo alla partenza della nostra linea ancora intenti a dividersi gli addobbi da appendere all’imbraco - Questo a te, quello a me, prendi questo, dammi quello - e alla fine non si capisce più chi debba fare che cosa. Noi almeno su quello siamo meglio organizzati! Provo quindi a spulciare un’alternativa ma la batteria del telefono mi abbandona senza troppi convenevoli; per fortuna c’è quello della Laura ma comunque non ci cavo fuori granché: le possibilità sembra ci siano ma resta il dubbio sull’obbligato e, col sottoscritto tornato (o forse in realtà non mi ci sono mai schiodato?) alla modalità V+ e A0, questo potrebbe essere un grosso problema! Il trio intanto sembra deciso a muoversi e, solo a quel punto, mi illumino vedendo sulla destra un’altra fila di tasselli argentati; guardo la relazione, scruto la linea e poi uno dei tre (evidentemente non accortosi di stare a parlare col grandissimo Fraclimb ma pensando di avere a che fare con un cioccolataio) mi dà la conferma: di fatto le due vie sono parallele e non è difficile passare da una all’altra, così parto e scopro che la linea è ben più facile di quella alla mia sinistra: meglio, recupereremo su chi ci precede! Poi arriviamo al muro soprastante: inizio a salirlo e sbavo (la cosa alla Laura non fa certo piacere) perché è un insieme fantasmagorico di buchi, concrezioni, piccole canne e stalattiti da far perdere la testa. Chi l’ha detto che bisogna essere degli Adam Ondra per scalare su tiri eccezionali? Così noi saliamo e i tre, passati ora a destra, rallentano. Esco dalla parete, recupero la Laura e lei mi raggiunge raggiante prima che la cordata “avversaria” abbia completato la sua salita quindi, siccome non siamo al Masino, abbiamo tutto il tempo per tornare alla macchina, raggiungere la caletta dei cavolini e farci un bel tuffo!


Cavallo Goloso


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