racconto della via giurassica al buco del piombo, triangolo lariano (como, lombardia)


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GIURASSICA – BUCO DEL PIOMBO

sabato 13 ottobre ‘12


Per svariati motivi sono ancora da solo; sinceramente ho le scatole piene di camminare accompagnato solo dal rumore dei miei passi, perdo lo stimolo a scalare come lo sto dimenticando viste le magre realizzazioni delle ultime settimane. Così mentre la pentola di fagioli borbotta rumorosamente risalgo la mulattiera verso l’eremo di San Salvatore da cui poi mi avvio verso la base della parete. Mi distraggono di più le 5 castagne trovate sul sentiero piuttosto che l’idea di ripetere in solitaria Giurassica: per oggi infatti il programma prevede di scalare una via e lasciare perdere la noiosa routine di salire a ripetizione i monotiri del Sasso Giallo. Raggiungo quindi rapidamente la base della linea prescelta mentre il cielo grigio minaccia pioggia da un momento all’altro. Non c’è anima viva mentre si vedono diversi arrampicatori impegnati sui monotiri del Tramonto, dall’altra parte della vallata. Mi preparo e inizio la mia salita: la prima lunghezza è per lo più una sfida con l’idea che i numerosi appoggi possano rompersi da un momento all’altro anche se oramai ciò che sarebbe dovuto cadere giace certamente sul sentiero. Raggiungo la sosta e proseguo sul secondo tiro: nonostante tutto mi sento sufficientemente sicuro mentre riesco a focalizzare tutte le mie attenzioni solo sull’arrampicata; l’idea è quella di salire assolutamente ed esclusivamente in libera e, per una volta, rispetterò in pieno i propositi. Raggiungo la sosta e quindi torno a terra per recuperare i numerosi rinvii. La terza lunghezza è subito impegnativa: dopo un breve traverso, inizio a salire su parete verticale che mette a dura prova le mie braccia. Raggiungo quindi un tratto leggermente strapiombante da cui osservo il da farsi: riprendo a salire e sono subito sopra il rinvio senza trovare un appiglio decente, forse perchè in realtà non ce nè! Alzo il piede destro ma ben presto questo scivola via: non so come, ma rimango appeso alla parete grazie alla potenza dei miei avambracci. L’inconveniente stranamente non mi manda in paranoia anche se lascia il segno; torno indietro e osservo nuovamente la parete: niente, non ci capisco nulla! E alla fine mi appendo. Riprovo ancora due volte ma il fatto di progredire in auto sicura e di avere lo spit sotto le chiappe non mi permette di sbloccarmi; non provo nemmeno a staffare, forse per rispettare l’idea della libera o perchè lo spit successivo sembra troppo lontano o forse perchè in fondo il volo mancato mi ha tolto ogni motivazione. Non mi resta quindi che alzare bandiera bianca e tornare disarrampicando fino alla sosta di partenza per poi ridiscendere alla base.

Sono completamente svogliato e l’unico modo per recuperare la giornata è rappresentato dalla possibilità di trovare qualche castagna. Attraverso quindi il prato vicino all’eremo scovando qualche albero dai frutti autunnali prima di passare al lato destro del bosco dove finalmente riesco a riempire le tasche di castagne: almeno la giornata non va del tutto persa!


Cavallo Goloso


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lunedì 1 giugno ’09


L'obiettivo della giornata era ben più ambizioso, ma una serie di imprevisti mi costringono ad una sola mezza giornata d'arrampicata. Non avendo voglia di andare a spaccarmi di monotiri, opto con il Clod per l'unica “paretona” del comasco: il Buco del Piombo. Superato il sentiero d'accesso ci troviamo all’attacco della via: l’obiettivo è salire in libera il più possibile, almeno la giornata non sarà completamente persa!

Il primo tiro, nonostante la difficoltà che dovrei padroneggiare, mi impegna un po’ più del previsto. Le scusanti sono le solite: sono ancora freddo, la roccia e di conseguenza l’arrampicata sono particolari e così via. Vedremo sulle prossime lunghezze.

Studio il secondo tiro: il chiave deve essere all’altezza dello strapiombino che chiude la linea di salita. Mi avvicino con cautela osservando attentamente la roccia: individuo così una serie di buone prese superando agevolmente il passaggio. Poi, per placca verticale lavorata raggiungo la sosta. La sensazione è che la gradazione sia un po’ generosa: direi che 6a sia una difficoltà più appropriata.

Intanto studio la terza lunghezza: la più difficile. Raggiungere lo spigolo mi sembra piuttosto aleatorio e il muro sovrastante mi mette in soggezione. Passerò in libera? Abbandono la sicurezza della sosta e, presa dopo presa, raggiungo quello che dovrebbe essere il chiave. Non so come, ma azzecco tutti i movimenti raggiungendo un buon riposo. Poi ancora avanti, sempre per tacche fino alla sezione d’uscita su buchi enormi ma un po’ lontani che obbligano a degli intensi bloccaggi quando le braccia iniziano a indolenzirsi. Anche in questo caso, non ho trovato un vero e proprio passo di 6b+ (saremo sul 6a+/6b), ma forse la lunghezza del tiro e la sua continuità potrebbero giustificare la gradazione.

Con l’ultimo tiro raggiungiamo la sommità della parete, personalmente felice per la OS, ma non completamente appagato. Tornati alla base, l’ardente voglia di mettere le mani sulla via a fianco è spenta da una fastidiosa pioggerellina: ma l’appuntamento è solo rimandato!


Cavallo Goloso


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