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APACHE – ANTIMEDALE

venerdì 07 dicembre ‘18


“Fai qualcosa venerdì?”

“Certo che si! Ma non saprei ancora dove andare...”

“Beh, se ti va potremmo fare una via”

“Ci sta! Perchè no? Metto in moto il neurone e ti faccio sapere”

E così il problema di sant’Ambrogio è risolto: da qualche parte si va!

Spulcio un po’ tra le possibilità e poi scrivo: “Potremmo fare Sentieri Selvaggi e Apache in Antimedale”

“Grado?”

“Sul VI”

“Mhmm! Ok! Allora vada per Sentieri o per Apache! Ottimo!”

“No, aspetta! Forse non ci siamo capiti: facciamo sia Sentieri che Apache! In Antimedale si fanno due vie!”. Sono esterrefatto: è chiaro, logico e pure ovvio!

“Ah ok: non avevo capito”

Scuoto la testa e poi mi accordo con Lella per il ritrovo.

Ovviamente (ma mi stavo disabituando) al ritrovo l’amica è in ritardo e poi, quando arriva all’appuntamento, mi consegna le chiavi dell’auto: “Ti va di guidare?”

La guardo stupito, prendo gli arnesi e mi metto al posto di guida salutando la prospettiva di starmene spaparanzato al posto del viaggiatore.

Parcheggio più vicino che posso alla parete e poi all’attacco sviscero i piani: “Quando la corda è finita, parti!”

“Ah! Quindi questo è il corso per muovere il culo?”

Sorrido: no, è solo la modalità Cece-Fraclimb!

Infatti quando l’appendice che ci lega termina, diventa istantaneamente una corda di violino col sottoscritto che si trova incrodato con un piede a mezz’aria mentre da sotto mi arriva un’ordine raffazzonato e precipitoso: “Aspetta, aspetta! Non avevo capito...”... Non mi resta che mettermi in una posizione più comoda e aspettare che il TIR appeso inizi a muoversi mentre mi domando cosa non fosse chiaro nella lezione numero uno.

Faccio il figo e il prof ma forse qualche lacuna mi rimane e anche pesante. Per esempio dovrei sapere che, se la relazione è stampata su due fogli, potrebbe essere utile voltare pagina una volta arrivati in fondo, forse così eviterei di chiedermi se, seguendo la catena, riuscirò a raggiungere la partenza di Sentieri Selvaggi. Poi la via scorre con alcuni tratti che sono quasi d’antologia e fortunatamente non unti: prima è la volta del muretto verticale alla base del diedro con roccia ruvida e intonsa e poi raggiungiamo l’apice con la penultima lunghezza e la sua entusiasmante fessura da proteggere. Siccome il corso per tirare fuori la paglia dal culo non è mica finito con il primo tiro in conserva, appena terminata la via, parto per la tangente cioè il sentiero verso la base.

Così ci ritroviamo all’attacco di Istruttori ad osservare le chiappe del trio impegnato sul diedro di V: mi viene la tentazione di spingere sull'acceleratore e vedere se saremo in grado di raggiungerlo ma poi mi ricordo che siamo qui per fare i giardinieri su Apache; ripeto la lezione n°1 e questa volta l’allieva capisce tutto alla perfezione e poi mi devo impegnare. È tutto graduale: all’inizio sembra quasi facile anche se la fessura richiede decisione, poi c’è un po’ di marcio e qualche rovo che cerca di rapire il bel Fraclimb e quindi iniziano quelli che in gergo vengono detti “cazzi amari”, non amarissimi ma certamente non dolci. Lascio la sosta e salgo verso il tetto. All’inizio tutto fila liscio ma a metà mi areno a infilare un friend. Riesco nell’impresa e poi riprendo la via verso l’alto fino ad arrivare sotto la grossa sporgenza. A sinistra c’è una fessura verticale: una bella pompata! Piazzo l’1, sgiso un attimo e poi parte la super stantuffata con la vena del bicipite che pulsa come il tunz-tunz in discoteca. La pianta poco sopra è la salvezza come la mamma dopo la visita della strega di Biancaneve di notte. Mentre poi il trio della Istruttori si riprende gli zaini lasciandoci soli a meditare in parete, la Lella, degna discepola del maestro Fraclimb, mostra un buon bagaglio tecnico per raggiungere in qualsiasi modo la sosta mentre l’ultimo cespuglio di rovi prova inutilmente a metterci le spine tra le scarpe.

All’uscita dalla via il cielo a ovest è un incendio di gialli e rossi. Ovviamente non ho la frontale per il principio che, se si muove il culo, non serve così mi lascio abbagliare per pochi minuti e poi riprendo lo stile Cece-Fraclimb riuscendo così alla fine a passare dai monolitici monotiri e poi nuovamente alla partenza della via quando ancora la vista felina non deve entrare in gioco.


Cavallo Goloso


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