|racconto|


CANALE A SINISTRA DELLA CASCATA SEILER – ENGADINA

venerdì 24 dicembre ‘10


Assaporiamo il gusto dell’alpinismo estremo già sui tornanti del Maloia quando sento la macchina superare leggera le stretta curve del passo. Il tempo è grigio e soffici fiocchi volteggiano nell’aria mentre la temperatura è eccezionalmente mite per il periodo: saremo sui 3/4 gradi sopra lo zero. Nonostante ciò, io e Fabio non abbiamo resistito alla seconda uscita di ghiaccio della stagione e così superiamo il lago di Sils su una strada completamente imbiancata. Poco oltre Pontresina, individuiamo il punto in cui dovrebbe trovarsi il nostro obiettivo: la parete è semi coperta dalle nuvole che solo a tratti lasciano intravedere la scura roccia che contrasta con il chiaro grigiore del cielo finchè ci pare di intravedere qualcosa. Ci gettiamo allora all’inseguimento di quella fugace figura ma ben presto la corsa è rallentata dal soffice manto nevoso. Mentre apro la traccia sprofondando abbondantemente fino alle ginocchia, mi sento come Bonatti al rientro dal Pilone Centrale! L’avvicinamento è comunque breve e ben presto, grazie alle indicazioni della relazione e a quanto eravamo riusciti ad intravedere dall’auto, raggiungiamo quello che crediamo essere l’attacco della Seiler. Davanti a noi sale una rampa ascendente verso destra; il ghiaccio affiora qua e là coperto da uno strato di neve che continua a cadere imperterrita. Persuasi da quanto vediamo, inizio a salire la prima lunghezza sostando sotto un comodo abete. Il ghiaccio è morbido e le picche lo penetrano senza alcuna difficoltà, ma la scarsa pendenza del primo tratto non desta alcuna preoccupazione, vedremo poi più avanti quando la cascata inizierà a raddrizzarsi. Intanto Fabio mi raggiunge in sosta e inizia il secondo tiro, sparendo dietro il roccione alla mia sinistra. Passano alcuni minuti e finalmente sento il comando che mi permette di partire: una piccola scarica di neve polverosa spazza il percorso lungo il quale devo salire. Dovrò muovermi rapidamente. Fortunatamente la lunghezza è appoggiata e sostanzialmente su neve pressata. Individuo la sosta approntata da Fabio su una specie di ripiano a destra del nostro canale di salita proprio nel momento in cui una seconda scarica colpisce la linea in cui mi trovo. Questa volta non posso fare molto per ripararmi e così vengo ricoperto da una soffice ma comunque modesta nuvola bianca. La cosa non mi spaventa, ma preferisco allontanarmi il più velocemente possibile da quel punto. Salgo rapidamente e, per la seconda volta, sento Fabio urlare “occhio!”: un’altra piccola slavina scende rapidamente nella mia direzione. Mi attacco alle picche e mi schiaccio contro il pendio mentre osservo le piccole palle di neve che rotolano rapidamente nella mia direzione. Sono fermo ad attenderle impossibilitato ad evitarle ma, nel contempo, conscio che si tratta solo di una modesta scarica. Ben presto, mi accorgo che la mia posizione non è delle più felici: accumulo in continuazione neve sulle spalle, facendo praticamente da tappo alla discesa di quella polvere inconsistente. Mi sposto allora verso l’esterno e subito la polvere bianca spazza il pendio sotto i miei piedi. Finalmente raggiungo la sicurezza della sosta: la prima scarica che mi ha colpito deve essere scesa dalla placca appoggiata a sinistra del canale di salita, mentre la terza proveniva proprio dal budello dove dovremmo infilarci. Sebbene le slavine siano state decisamente di piccola entità, non ci pare il caso di proseguire con l’alpinismo estremo, tanto più che da qui individuiamo chiaramente quello che doveva essere il nostro obiettivo. La cascata Seiler è alcune decine di metri alla nostra destra mentre brilla per il ghiaccio turchese che fa capolino tra lo strato di neve.

Decidiamo quindi di rientrare con un paio di doppie alla base del nostro canale per poi andare a dare una sbirciata a quella massa ghiacciata, solo per dargli l’arrivederci alla prossima occasione.


Cavallo Goloso


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