ZUCCO DELL'ANGELONE      

sabato 16 e domenica 17gennaio ‘10


Resoconto dalla falesia,urla dalla falesia: chiamatelo come volete, ma questo non sarànient’altro che una nuda e cruda elencazione dei risultati del weekend. Nella sostanza, tiri saliti, gradi superati, insomma nulla dipoetico e idilliaco, ma una mera elencazione dei risultati, giustoper tenere a memoria questi “giorni grandi”.

Avevamo già adocchiatola zona del Trittico allo Zucco dell’Angelone sfogliando la guidaalla spasmodica ricerca di una falesia con tiri tecnici di placca,nostro terreno d’elezione: sabato sembrava la giornata giusta, maappena usciamo dalla galleria di Ballabio siamo accolti da un banco di nuvole. Proviamo a procedere nellasperanza che la web-cam di Barzio non ci abbia tirato un bidone e, ineffetti, appena giunti al colle del Balisio,la nebbia si dirada. Girovagando tra i parcheggi di Barzio,finalmente, all’ultimo tentativo, scoviamo un posto dove lasciarel’auto per poi accodarci alla fila di sciatori in attesa del busnavetta che, comodamente e gratuitamente ci trasporta fino allapartenza della funivia per i Piani di Bobbio da cui che un breveavvicinamento in piano ci conduce al nostro parco giochi quotidiano.Vivo sensazioni strane lungo il sentiero: mi ricordo quando aglialbori della mia attività venivo da queste parti per salire lemulti-pitch offerte da queste rocce monolitiche; al tempo, escludevonel modo più assoluto la possibilità di venire fin qui per saliremonotiri: troppo lontana la falesia da Como, nelle cui vicinanze leopportunità per l’arrampicata sportiva non mancano, oltre al fattoche certe difficoltà mi le reputavo appannaggio esclusivo di “quelliforti”. Chissà poi cosa vorrà significare quell’espressione,fatto sta che mi trovo proprio a contraddire quei lontani pensieri!

Siamo estasiati: laroccia è incredibilmente compatta e tutte le lunghezze sono a nostradisposizione. Dopo un tiro di riscaldamento (il primo di CannaPrimordiale, 6a), ci portiamo su un 6b+ (Paperoga Dance): Cece superala lunghezza a vista mentre il sottoscritto fa la flash per poiproseguire anche sul secondo tiro (6b+); mentre il primo presenta unpasso in traverso decisamente impegnativo, la prosecuzione è piùcontinua, ma un po’ più facile: in ogni caso mi sfugge l’onsight a causa di un piede che scivola e mi fa tornare rapidamente unpaio di metri più in basso. In ogni caso l’inizio è giàsoddisfacente e così ci spostiamo sul tiro di riferimento delsettore: Ciclamini per Anna, un bel 6c+ di placca tecnica. Con irinvii già posizionati, raggiungo il tratto chiave: una sezione supiccole graspoline dove lo spalmo è l’unica soluzione per passare.Studio la situazione e provo: il grip è stupefacente, le scarpettesembrano quasi incollate alla roccia. Lentamente mi alzo fino ariuscire a rinviare al limite nella coppia successiva; ancora unbreve tratto delicato e poi le zanche: ho chiuso un 6c+ a vista!Mentre Cece mi cala, non riesco a nascondere un sorriso a 32 dentiche mi si stampa in volto!

Proviamo il 6c a destra(Via le Mani dal Naso), ma devo rinunciare a chiudere il tiro a vistaa causa di un errore di valutazione su un passo dove mi trovo appesoalla corda. Intanto il 7a che sale il liscio spigolo sulla sinistracontinua a chiamare e alla fine, cedendo alla tentazione, parto peril Pilier de l’Enfant Prodige. Superato il facile tiro iniziale(5a) mi trovo alle prese con il traverso: studio il passaggio e do ilvia al tentativo. Ma non ho capito bene la lezione e quindi vengorimandato dalla sezione compresa tra una piccola tacca e l’appiglioseguente: non posso quindi che cedere all’azzeramento per superareil tratto e immettermi sullo spettacolare spigolo con tratti di puraaderenza, oserei dire estrema. Lentamente e ricorrendo a un paio ditirate di rinvio e altrettanti resting concludo il lunghissimoconcatenamento dei due tiri. Dopo Cece, ritorno per la seconda voltasul Pilier, ma questa volta da secondo, con il risultato di chiuderetutto il tratto sullo spigolo, compreso il delicatissimo tratto inpura aderenza. Il traverso, invece, rimane un grosso puntointerrogativo che riesco a risolvere solo quando, durante la calata,riprovo il passo: con una chiusura di sinistro su una tacca piccolama netta e spalmando i piedi, riesco a raggiungere l’appiglio perla destra e uscire dal tratto duro; la prossima volta riproverò!

Sfruttando la corda giàpiazzata, saliamo da secondi il 6c+ a sinistra (Merry Christmas, conrelativo 5a basale per raggiungere la parte dura): anche quiriusciamo a raggiungere la sosta senza trucchi, ma psicologicamenteaiutati dalla corda che sale verso l’alto. La giornata si chiudecon la salita a vista da parte di Cece di Danza Fatua (6b+, dopol’ennesimo 5a dello “zoccolo”), mentre al sottoscritto viene laflash, pur rischiando sul passo chiave di cedere alla tentazione diappendermi.

Alla fine, considerandotutti i tiri saliti e mettendoli in sequenza nella giornata avreisalito una linea di 13 lunghezze così ripartita: 6a, 6b+, 6b+, 6c+,6c, 5a, 7a, 5a, 7a, 5a, 6c+, 5a, 6b+!


Domenica siamo ancoraqui, questa volta con noi c’è anche Silvia, mentre il temponuvoloso non ci regala una giornata come quella di sabato. Optiamoperò per un altro settore, Rocce Basse, dove sono presenti solomonotiri. Come riscaldamento questa volta saliamo un 5c (la Prugnadella Zia Antonietta, che salgo da secondo) dove il passo ad incastroin prossimità della sosta non mi sembra per nulla banale; poi salgoflash il 6a a sinistra (Puccia la Piccia), tiro che ci permette diposizionare i rinvii sul 6c a fianco (Formitrol). Su questa lunghezzacolgo l’ennesimo exploit del week end, riuscendo a chiudere il tiroal primo tentativo. Tolto il passo d’entrata dove i lunghi hanno“pochi” problemi ad afferrare il buco ed uscire dal duro, ilresto della scalata è semplicemente fantastico: precisione,decisione e grande concentrazione sono gli ingredienti indispensabiliper venire a capo della lunga sezione tecnica (dove, guarda caso,l’aderenza è ancora ingrediente predominante) e approdare allasosta finale.

Il tempo scorre veloce edecidiamo di chiudere la giornata scalando alla Bastionata: Cecepunta sicuro verso Parsifal (6b+) mentre il sottoscritto, con irinvii già piazzati, chiude il tiro flash. Siamo strabiliati sia perle prestazioni di questa due giorni ma soprattutto per la distanzachilometrica tra gli spit: tra l’ultimo e il penultimo l’ariasotto le suole è decisamente tanta, forse anche troppa, e la roccianon concede sconti. Riguardando poi la guida, scopriamo l’arcano:il tiro, inizialmente diritto, si sposta poi in diagonale versodestra fino a raggiungere la sosta della lunghezza a fianco. Noi,dopo aver traversato nella giusta direzione, siamo però tornativerso sinistra sfruttando l’ultimo spit e quindi la sosta del 6a afianco: pazienza, torneremo a chiudere il conto, anche perché quellalunghissima placca di 7a sulla destra mi ha troppo tentato...

E così si chiude questanoiosa sequela di tiri e di gradi: ma, del resto, vi avevo avvertiti!


CavalloGoloso


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