|racconto|
CIVIGLIO E SAN PRIMO
domenica 12 giugno ‘11
Sento la mancanza di una cainanta, voglio disperatamente caianare ma questa domenica sembra che tutti si dedicheranno a qualche salita plaisir. Vagliate le opzioni disponibili, non mi resta che inforcare la mia bici e iniziare a pedalare. In fondo lo sfacchinare è un ingrediente fondamentale del caianesimo e, almeno in parte, potrò soddisfare le mie esigenze.
L’obiettivo è il faro di Brunate per poi prendere il sentiero delle colme ma poi mi butto nel bosco già all’altezza di Civiglio considerando che prima abbandono l’asfalto, meglio è ma, soprattutto, che salire al faro è una vera sbatta! La mulattiera è un muro invalicabile: per fare un paragone alpinistico, sarà più di VI! Così, più presto di quanto avessi pensato, mi trovo a spingere il mio mezzo su per la ripida stradina che poi diventa sentiero. Poi, finalmente, esco sulla dorsale e ritorno a pedalare: la progressione non è certo veloce ma almeno appoggio le chiappe sulla sella. E poi sono allo spettacolare bosco di faggi: la stretta traccia è ricca di fango e ben presto mi rendo conto del perchè i copertoni sono tassellati; peccato che i miei tasselli sono oramai un antico ricordo!. Su una bici che scivola come un’anguilla, supero la lunga traversata per poi gettarmi come un kamikaze sulla salita che conduce alla baita Riella; presto i ruoli cambiano nuovamente: io a terra e la bici davanti che si lascia spingere su dalla rampa.
Non riesco a capirne il motivo, fatto sta che ho sempre avuto problemi con gli impianti frenanti, sarà forse che le mie doti da meccanico fanno acqua da tutte le parti ma anche oggi, appena iniziata la discesa verso la colma di Sormano, mi scontro con il cattivo funzionamento dei freni: meglio quello che schiantarmi contro qualche albero ma sarei sceso volentieri più velocemente di quanto l’istinto di conservazione mi avesse consigliato.
Guardo l’ora: posso tentare di continuare verso il San Primo e poi si vedrà, così riprendo a salire e a spingere a mano la bici soprattutto dopo che l’ennesima slittata della ruota posteriore mi fa quasi capottare! Il ribaltamento in salita proprio non l’avevo mai provato! Con ritmo da processione raggiungo finalmente il termine della mulattiera poco sotto la vetta: posso ritenermi più che soddisfatto anche se il progetto iniziale di scendere fino a Bellagio è sfumato già da tempo.
Inizio la discesa: nonostante i freni non diano grande affidabilità, non voglio perdermi il divertimento e l’ebbrezza dell’aria che sferza il volto, così lascio rotolare liberamente le due ruote ritornando rapidamente alla colma di Sormano da cui è ancora salita ripida e sfiancante.
Sono al bivio per Civiglio: sebbene conscio che dovrò scendere spesso dalla bici, non voglio proprio perdermi il percorso sterrato e così mi butto sul sentierino sassoso col risultato che, almeno per il primo tratto, sono più io a spingere la bici che lei a portarmi verso casa finchè finalmente riesco a rimettermi a cavalcioni del mio mezzo tornando così ad essere sbalzato per ogni dove.
Cavallo Goloso
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