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STRADA DELLE 52 GALLERIE, RIFUGIO PAPA – VAL LEOGRA

mercoledì 01 novembre ‘17


Ho tre passioni: la montagna (ma va?), il cibo (anche se ultimamente su questo fronte sto iniziando a rallentare) e la prima guerra mondiale forse perchè, sotto certi punti di vista, ha qualche aspetto in comune col Caianesimo Extreme. O forse è quest’ultimo ad assomigliare alla prima e ad averne assorbito il carattere d’eroismo che, ahimè, ha poi portato a morte milioni di europei. Così mi ritrovo a scarrozzare l’automobile verso la provincia vicentina in uno tre i più importanti fronti alpini della Grande Guerra, il Pasubio. L’idea, forse un po’ influenzata dalle nuove tendenze, è quella di raggiungere la zona dei combattimenti lungo la strada delle 52 gallerie sfruttando anche un autunno pigro a prendere il posto di un’estate interminabile. Così iniziamo a risalire l’infinita sequenza di curve che dovranno portarci al parcheggio mentre sono abbastanza sicuro che non incontreremo molti altri escursionisti. Il punto d’arrivo della carrozzabile infatti pullula di auto come un formicaio: trovo giusto uno spazietto per piazzare il nostro mezzo e assistere poi al simpatico siparietto di una turista tedesca che invita ulteriori pretendenti ad attendere che il marito sposti il camper oziosamente spiaggiato in un qualche meandro del piazzale. La tragi-commedia si protrae per gli innumerevoli atti necessari a preparare lo zaino, infilare gli scarponi, ridisfare lo zaino, sistemare i bastoncini e qualsiasi altra operazione venga in mente a Micol prima di poter iniziare a camminare tanto che mi domando perchè diavolo il teutonico non si decida a muovere il bisontiaco automezzo. Poi finalmente il tedesco parte e noi gli siamo praticamente dietro infilandoci su per la stretta stradina all’inseguimento dei fantasmi di truppe e salmerie di un centinaio d’anni fa. La strada si inerpica su per la montagna lungo un versante ripido e scosceso e ne penetra le viscere ben 52 volte con un’opera di costruzione certamente faraonica per il breve periodo in cui è stata edificata, per l’asprezza e durezza dei luoghi attraversati e per le condizioni di guerra concomitanti; d’altra parte questa era l’unica soluzione per portare truppe, mezzi e vettovaglie al fronte del Pasubio senza incorrere nel rischio del fuoco austriaco. Seguiamo lo srotolamento infinito della mulattiera fino al rifugio Papa per poi concludere il nostro pellegrinaggio lungo l’arido altopiano che sembra ancora riportare le cicatrici di quei violenti momenti e scendere poi lungo la comoda strada degli Scarubbi inseguendo i rimasugli del sole che tramonta dietro le nostre spalle.


Cavallo Goloso


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