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MONTEROSSO CORNIGLIA – CINQUE TERRE

sabato 02 agosto ‘14


Se togliessero ai liguri la possibilità di fare turismo, sarebbe decisamente meglio.

Oramai è assodato che, per loro, lo scontrino è un optional come l’aria condizionata per la Fiat: semplicemente, se non lo chiedi, non te lo danno!

Già il mio primo antico approccio mi aveva dato modo di convincermi della verità sulla loro tirchieria. Andati a Finale con la scuola caiana, avevamo prenotato un b&b per la notte. Quando però ci siamo presentati in numero minore rispetto quanto preannunciato, il locandiere ha controbattuto che avremmo comunque dovuto pagare anche per gli assenti! Spero sia fallito. Poi è venuta una nottata in campeggio in pieno autunno quando, evidentemente, l’addetto alle pulizie dei bagni era andato in ferie già da un po’ per finire con la comica esperienza dello scontrino alla focacceria. E quindi veniamo all’oggi.

Per toglierci un po’ di muffa ed evitare la metamorfosi ad anfibi, puntiamo al sud, dove le previsioni promettono sole. Evitiamo di andare a scalare perchè, sebbene l’estate non sia pervenuta, rischieremmo comunque di colare sulle pareti finalesi. Per una volta quindi ci trasformiamo in escursionisti milanesi della domenica e ci spostiamo più a est, verso le cinque terre, decisione poco lungimirante per la salvezza del portafoglio; per una volta però accantoniamo l’etica risparmiatrice e andiamo in mezzo ai vampiri. Prima l’autostrada, poi il parcheggio a pagamento (perchè per lasciare l’auto in un posto gratuito bisognerebbe poi superare miglia di chilometri a piedi!) e quindi, con nostra amara sorpresa, il pedaggio per accedere al sentiero! Semplicemente allucinante, inconcepibile, ingiustificabile. Blocco tutti i miei pensieri e la valanga di insulti che rotola verso la lingua escludendo totalmente i canali che dal cervello confluiscono alla bocca e, visto che oramai siamo qui, tiro fuori la lapidaria cifra di 7,5€ a testa (!) per poter camminare nel bosco!

Sembra di essere in America: l’inglese è la lingua più sentita, sensazione che suona quasi anomala alle mie orecchie. Il sentiero si snoda lungo la costa con alcuni sali scendi che vengono superati da altrettante ripide scalinate sulle quali il turista non può fare altro che arrancare e squagliarsi. Chiaramente, per non deturpare l’ambiente incontaminato, non c’è nemmeno l’ombra di un cestino (non parliamo poi dei bagni chimici che sarebbero solo un pugno nell’occhio: meglio fare i propri bisogni nella natura!) e così, qua e là a fianco del sentiero, si incontrano esemplari di “bottigliam plasticarum” e “fazzolettum cartarum”; però il biglietto lo si paga! Proseguiamo lungo la comoda traccia fermandoci forse più per gustare le numerose more che penzolano dai rovi piuttosto che il panorama sul mare. Così, gustandoci letteralmente il percorso, raggiungiamo a Vernazza dove veniamo avvolti da una miriade di turisti. Visto l’oramai approssimarsi del momento del pranzo, Micol si fionda nel primo panificio utile: il locale è pieno di stranieri ma, di contro, gli scontrini che escono dal registratore di cassa sono come i granelli di sabbia al polo sud! Chiaramente reclamiamo il rilascio del documento ricevendo una risposta tra lo stizzito e l’infastidito; beh, lo scontrino riporta il numero 65 e siamo quasi a mezzogiorno! Sarebbe divertente avere un tesserino della finanza!

Riprendiamo quindi il nostro cammino verso Corniglia dove ci godiamo un tuffo nel mare cristallino. Siamo anche fortunati: sarà l’accesso protetto da una ripida scala o l’assenza di sabbia, ma la presenza di bagnanti è scarna. Se poi si aggiunge l’acqua con una temperatura ideale e il sole che scalda al punto giusto, si ottiene, dopo la piacevole passeggiata,l’ideale mix di relax necessario per provare l’ebbrezza del treno che ci riporta a Monterosso: d’altra parte il resto del sentiero che segue la costa è attualmente chiuso causa frana avvenuta oramai qualche tempo fa. Evidentemente non sono stati raccolti ancora sufficienti 7,5€!


Cavallo Goloso


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