|racconto|  


LENZERHEIDE – RHEINWALD

domenica 14 novembre ‘10


Non abbiamo alcuna intenzione di piegarci alla volontà di un tempo capriccioso e così mi ritrovo a studiare pagine e pagine di previsioni per scovare un posto dove non piova. Non ho grosse difficoltà a centrare l’obiettivo, non perchè splenda il sole sulla maggior parte delle Alpi, ma perchè l’unica alternativa è il nord della catena. Qui però è oramai impensabile andare a scalare e quindi mi rigetto nuovamente su internet alla ricerca delle web cam della zona di Splugen. A dire il vero, la rete scarseggia di informazioni o, più probabilmente, sono io che faccio cilecca ma comunque riesco a intuire la situazione: i pendi sono ricoperti di neve, non uno strato abbondante ma almeno sufficiente per i miei intenti. Non mi resta che togliere dalla naftalina le pelli e tagliare con ampio anticipo il nastro della stagione scialpinistica! Resta solo da reperire l’attrezzatura per Micol: cerca che ti cerca, alla fine tiro fuori gli sci di mio papà che, grazie al mitico Silvretta, possono essere adattati benissimo al suo piedino.

Come previsto, l’arrivo a San Bernardino è accompagnato da una fitta nuvolaglia e da una leggera pioggerellina. Nulla di preoccupante, anzi quasi mi sento rincuorato rispetto quello che era previsto. E così mi tuffo a capofitto nel tunnel sognando già la nuvola alzata dalle code dei miei sci che brilla sotto un sole nordico; ma la realtà è ben diversa: al di là del traforo, come al di qua, il tempo è brutto, grigio e piovoso. Che fare? Non ci resta che puntare ancora più in su e sperare che allontanandosi dalla cresta delle Alpi, le condizioni possano migliorare.

Ci ritroviamo così a salire verso Tiefencastel con l’idea di andare a Bivio dove tempo fa avevo fatto una tranquilla gita che mi ripropongo di ripetere. Ma il tempo oggi ci rema contro: in quella direzione minacciose nuvole grigie ricoprono tutte le cime mentre come cavalli selvaggi saltano da una cresta all’altra scendendo poi sui ripidi pendii. Per di più, manca l’elemento essenziale per sciare: i nostri sguardi si posano per lo più su prati giallo-marroni, mentre la scarsa neve è decisamente troppo in alto. Tariamo nuovamente la meta puntando la Punto verso Lanzerheide: neve o no, qualcosa faremo! E così finalmente ci fermiamo presso la località sciistica dopo aver individuato un cartello giallo, di quelli che indicano i sentieri estivi.

La coppia che lascia l’auto fa piuttosto ridere o, quantomeno, l’abbigliamento di lui sfiora il ridicolo: scarponi da sci alpinismo ai piedi dove di neve ce n’è solo qualche sprazzo. Lei almeno indossa degli scarponcini da trekking, anche se è abbastanza evidente che quelli siano pantaloni da sci. Accompagnati dal cigolio dei miei Nordica, ci avviamo quindi senza meta nel bosco seguendo una comoda mulattiera; non incontriamo quasi nessuno mentre saliamo verso le piste con i miei stinchi che, ben presto, iniziano ad invocare pietà.

Il panorama è più che piacevole e il percorso ideale per scambiarsi numerose battute mentre ovviamente i noiosi cavalli scesi dalle creste a sud trovano gusto a stazionare sopra le nostre teste. Più a nord invece brilla il sole, quel tanto che basta per donare ai laghetti di Lanzerheide un brillante colore turchino. Il nostro giro ad anello, ideale percorso per una ginnastica presciistica, ci porta alle stazioni intermedie delle seggiovie e poi nuovamente giù verso l’auto che riparte gettandosi sui tornanti dello Julier con destinazione casa attraverso le nuvole engadinesi!


Cavallo Goloso


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