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LAGO DELLA VECCHIA – BIELLESE

domenica 15 maggio ‘11


La gita di oggi ci porta fuori dai confini regionali: oggi si punta a ovest nella speranza di incontrare ancora il sole come alla prima uscita del corso. L’unico inconveniente è il lungo viaggio sul pullman che comunque trascorre senza intoppi eccezione fatta per la strettoia che ci apre poi la strada verso il paese di Piedicavallo; il nostro torpedone si incunea tra le antiche case che si guardano forse un po’ preoccupate per il lamentoso sbuffare dell’automezzo. Guardingo l’autista fa avanzare lentamente il pullman che finalmente si divincola dalla stretta presa e torna a correre lungo la strada fino all’ultimo abitato della valle del Cervo. Ora è il nostro turno di scarrozzare le nostre gambe su per la comoda mulattiera che attraversa un insolita fitta faggeta fino ad un nucleo di case ben curate. Continuiamo a salire col fiatone forse perché l’Andre là davanti continua a salire con ritmo deciso; superiamo una frana e poi un piccolo torrente che attraversa il sentiero. Ora siamo fuori dal bosco e possiamo ammirare il panorama della valle mentre giù in basso verso la pianura scure nuvole si danno battaglia cercando di sfondare la barriera opposta dalle montagne e insinuarsi tra gli stretti versanti della valle del Cervo mentre sopra le nostre teste continua a splendere il sole.

Passiamo poco sotto il rifugio e quindi imbocchiamo il sentiero che raggiunge il lago della vecchia. Il soffio poderoso del fantasma del lago saluta il nostro arrivo appena superiamo la grossa pietra con incisa l’antica storia celtica. La protagonista, che ha dato il nome al luogo denominato appunto “della vecchia” era in gioventù una bella e promessa sposa il cui amato venne ucciso poco prima delle nozze. La ragazza attese lo sposo cui aveva promesso amore eterno finché non fu informata della tragedia; chiese allora che il corpo dell’uomo venisse sepolto nelle acque del lago mentre lei sarebbe restata a vegliare per l’eternità sulla sua tomba. Passarono gli anni e i capelli della giovine si incanutirono; la donna era conosciuta come profetessa e a lei ci si rivolgeva per chiedere consiglio. Poi un giorno la morte venne a trovarla e finalmente poté raggiungere l’amato in fondo alle acque del lago. Da allora i due riposano sotto la coltre lacustre e non sono pochi quelli che raccontano di un bel fantasma che vola sulle sponde dello specchio d’acqua.

Il vento freddo continua a soffiare mentre noi lasciamo questo posto incantato che ha appena iniziato a risvegliarsi dal torpore dell’inverno. Scendiamo rapidamente lungo il comodo sentiero salutando questi luoghi fino a tornare al pullman e riprendere la strada verso casa.


Cavallo Goloso


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