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DIRETTISSIMA – GRONA

sabato 23 gennaio ‘16


Di solito per decidere la gita mi devo arroventare le meningi rovistando nei meandri del cervello per poi, immancabilmente, girare attorno ai soliti posti e a proposte scontate. Questa volta, invece, l’idea salta fuori quasi all’improvviso, spinta ancora dalla molla dell’antifalesismo: un posto con un pizzico di caianesimo ma non troppo è la soluzione ideale! Devo considerare poi di accontentare il lato Pisolo che se ne starebbe a ronfare sotto il piumone per poi dare il là alla fustigazione mentale del ripensamento serale. In tutto questo, non devo poi dimenticare che in alto fa freddo e c’è la neve o, almeno, qualche strana leggenda così racconta della stagione invernale. A conti fatti, non sembrano restare molte opportunità eppure la soluzione mi si para davanti senza difficoltà: Grona! Sembra il posto ideale: dislivello contenuto e viaggio relativamente breve accontentano Pisolo; il percorso completamente al sole viene incontro alla richiesta di caldo; assenza di neve ma ambiente simile ad una Grignetta in miniatura rispondono infine alle esigenze della semplice passeggiata e, contemporaneamente, del caianesimo. Così, alla fine, il plastico del plastico delle Dolomiti sale sul gradino più alto del podio.

Partiti quindi con certa comodità, inseguiamo la fine della stradina che ci permette di salire il più possibile verso la nostra meta. Strano pianificare una camminata per poi spingersi col mezzo motorizzato il più in alto possibile!

Il percorso sale quindi tra un bosco di giovane betulle scheletriche alla volta del rifugio Menaggio permettendoci di guadagnare rapidamente quota. Mi sento leggero, come spinto da una forza misteriosa: sarà forse che ho lo zaino praticamente vuoto? O forse la super potenza data dalla corsa settimanale? Non riesco proprio a capacitarmi e, piuttosto, cerco di tirare un po’ il freno a mano per non perdere il contatto con Micol. Ma lei mi resta attaccata senza apparentemente soffrire quello che tutto sommato mi sembra un buon ritmo. Così arriviamo abbastanza rapidamente al rifugio per poi portarci verso la direttissima ignorando bellamente il percorso della normale. Iniziamo quindi a risalire tagliando il prato verticale con una serie di stretti tornanti fino a raggiungere alcuni passaggi “pepati”. Certo, nulla in confronto a quanto si trova sull’omonimo percorso della Grignetta ma, d’altra parte, non siamo forse sul suo plastico?

Raggiungiamo così la fine del pendio dove l’ambita vetta, il mantra del caiano, ci guarda supponente dall’alto verso il basso illusa che le brevi roccette finali possano fermare la nostra marcia. Ma non sono forse Fraclimb? Detto fatto, superiamo la facile arrampicata e finalmente mettiamo piede sul punto più alto dove una sottile nebbiolina dipinge d’azzurro la fila di cime che si estendono verso il Rosa. Ma, per il resto, le vette circostanti si mostrano denudate, prive come sono dell’abituale abito invernale. Sembra proprio che l’avaro e vecchio generale inverno preferisca fare economia sull’aria condizionata privilegiando piuttosto un potente deumidificatore mentre l’unica che sembra essersi accorta che ci troviamo nella stagione più fredda è Mani Giganti Micol, completamente imbozzolata nel suo piumino azzurro.


Cavallo Goloso


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