CORBIA – VAL BREGAGLIA
domenica 24 maggio ’09
Il gruppo di AG è diretto alle fresche cascate dell’Acquafraggia che si contrappongono alla crescente calura di queste giornate di fine maggio. Dopo la consueta suddivisione nelle tre fasce d’età, sprono il mio gruppo lungo la ripida mulattiera che sale verso Savogno e quindi Dasìle. Sono con i Nadzgul che, per l’occasione, vengono rimpolpati da alcuni ragazzi della Terra di Mezzo ribattezzati Orchetti. Spingo forse esageratamente sull’acceleratore, tantè che la fila si sgrana rapidamente, costringendomi ad un passo più consono all’attività. Ma almeno ho allentato i bollori e placato in parte la mia voglia di sgranchire le gambe! Raggiungiamo un piccolo nucleo di case ordinatamente disposte lungo il pendio e tra le quali è ben conservata una macina con annesso torchio. La passeggiata riprende nuovamente alla volta di Savogno e alle sue strette viuzze che si snodano tra le case che circondano la chiesa del paese. Da qui si gode di una bella visuale su Chiavenna, mentre la vista verso est è chiusa dal fitto bosco che sale dalla pianura. Una breve traversata ci porta a Dasìle, l’altra frazione protagonista insieme al vicino di una triste storia.
Si racconta che un tempo questi ridenti paeselli non avessero quest’aria bucolica ma anzi fossero acerrimi nemici. Tale rivalità affondava le sue radici nella terribile epidemia di peste del ‘600 che colpì duramente Dasìle. Si decise quindi di allontanare due giovani che avrebbero dovuto rappresentare la rinascita del paese alla fine della pestilenza. Quando anche l’ultimo abitante di Dasìle morì sotto i colpi della peste, i due giovani, presi dal panico, tentarono di raggiungere Savogno, miracolosamente scampato all’epidemia. Con loro terrore, trovarono l’unico ponte che collegava i due paesi completamente distrutto: gli abitanti di Savogno lo avevano abbattuto per evitare il contagio. Presi dall’ira e dal desiderio di vendetta, i due giovani gettarono la carcassa di un gatto sul territorio di Savogno diffondendovi così la peste.
La nostra gita prosegue per i boschi sovrastanti Dasìle. Un ripido e ben marcato sentiero ci permette di guadagnare rapidamente quota fino ai prati dove sorgono le baite di Corbia dove hanno termine le nostre fatiche.
Cavallo Goloso
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