racconto della cima della rosetta, val gerola (sondrio, lombardia)


|racconto|   |relazione|


CIMA DELLA ROSETTA – VAL GEROLA

sabato 15 gennaio ‘11


Giornata dedicata alla polivalenza: sciata solitaria la mattina e falesia con Micol il pomeriggio. La mia attenzione si rivolge quindi alla Cima della Rosetta in Val Gerola che, con il suo ridotto dislivello e uno sviluppo quasi assente, calza proprio a fagiolo per il poco tempo a disposizione. Così mi trovo sopra Morbegno a scrutare i pendii che a bassa quota lasciano intravedere ampi sprazzi di erba. Lasciata la macchina verso le 9:30, sono quindi costretto a portare gli sci in spalla per un primo breve tratto finché, finalmente, la poca neve ricoperta di aghi d’abete mi permette di salire sci ai piedi. È incredibilmente caldo, tanto che ben presto mi ritrovo in maglietta. Davanti a me solo un escursionista con le ciaspole ancora infilate nello zaino che sale nella mia stessa direzione. Fuori dal bosco, la montagna finalmente veste l’abito invernale nonostante il sole battente mi consenta di proseguire con abbigliamento estivo. In lontananza scorgo le vette del Masino completamente ricoperte dalla polvere bianca.

Il ritmo è sostenuto e ben presto l’escursionista si allontana dalle code dei miei sci mentre la croce di vetta è sempre più vicina. Un soffio d’aria pungente mi da il suo benvenuto sul tratto finale e poi sono in cima. Giusto il tempo di coprirsi, spellare e poi scendere. Micol mi aspetta.
La neve è semplicemente perfetta: una polvere incredibilmente soffice che si alza come una leggera nuvola spinta dal movimento degli sci. Mi sembra di essere protagonista di un depliant pubblicitario circondato come sono dal contrasto tra il blu del cielo e il candore della neve. Sembro quasi capace di sciare! Poi più in basso le condizioni sono un po’ meno idilliache ma, almeno fino all’inizio del bosco, posso sciare senza problemi. Tra gli alberi la situazione muta radicalmente: è quasi impossibile scendere sci ai piedi e la cosa rallenta non poco il mio ritmo. In ogni caso, non è ancora mezzogiorno quando raggiungo la macchina, in perfetto orario per passare da Micol e andare a Galbiate!

E dopo aver spinto sulle gambe, è tempo di tirare tacche: a Galbiate troviamo la tipica ressa del periodo ma qualche tiro libero riusciamo comunque a scovarlo. Ci piazziamo alle Rovine dove saliamo tre lunghezze: siamo entrambi soddisfatti visto che già si sentono i positivi effetti dell’allenamento infrasettimanale su plastica. E poi mi sposto su Blocco Mentale giusto per chiudere la giornata portandomi a casa un bel resting sul passo chiave!


Cavallo Goloso


Per lasciare un commento, clicca QUI