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QUOTA 3003 (CHLI SPANNORT) – MEIENTAL

sabato 21 gennaio ‘17


Quest’anno ho voglia di canali; sono stuzzicato anche dal tornare a provare qualche facile cascatella, un misero saltino ghiacciato ma ho sempre qualche dubbio in merito: sarò capace? Non rischio l’ennesimo buco nel ghiaccio? Inoltre non riesco a trovare un socio che sia disposto a portarsi dietro un probabile sacco pieno di isterismi! Cosi quando il Dani mi chiede se ho voglia di una sciatina all’inizio storco un po’ il naso e provo a rilanciare con l’alternativa più caiana. Lui però si mostra risoluto, io ci penso un po’ e alla fine accetto: in fondo se optiamo per una cima con un tratto tecnico, mi posso prendere una piccola soddisfazione.

Definiamo la meta in auto dopo aver scartato la val Bedretto e un’altra zona ad inculandia, là dove praticamente terminano le Alpi e inizia la sterminata pianura teutonica. Caso vuole che c’ho anche la carta della zona del Susten e, alla fine, decidiamo di andare lì.

Quando arriviamo al parcheggio improvvisato dove termina la strada pulita, già una discreta fila di auto ci precede: ci prepariamo e iniziamo quindi a risalire lungo la traccia sopra il nastro d’asfalto imbiancato. Non so se sono io o il Dani a dettare il ritmo, fatto sta che, per i miei gusti, ci stiamo muovendo con eccessiva fretta. Informo quindi l’amico che con quel passo non reggerò certo i 1500m e rotti che ci aspettano; lui è dello stesso parere – bene! – però continuiamo a correre come forsennati! Quando poi iniziamo a salire per il pendio, il Dani continua a correre: forse sono io a non essere in forma, fatto sta che al Murtèl mi era parso di fare decisamente meno fatica! Molto probabilmente è la partenza a razzo ad avermi piegato. Così quando arriva la prima pausa, dopo che oramai mi ero convinto di dover attendere la vetta o un mio collasso per sperare in una tregua, finalmente riesco ad abbassare lo stantuffare del cuore! Poi finalmente risbuchiamo al sole, superiamo un paio di ragazzi e continuiamo a dare la caccia a chi ci precede che sembra aver preso lo ski-lift. Alla fine la corda immaginaria che mi lega al Dani si rompe: lui sale al suo ritmo, io al mio col risultato che ben presto l’amico passa oltre il crinale. In realtà non manca molto al deposito degli sci, posizionato nell’unico punto in cui tira un’aria gelida e insistente. Da lì dobbiamo solo risalire un breve e ripido canalino fino alla sella dove i due che scendono dalla vetta quasi ci obbligano a indossare i ramponi perchè “tutti li hanno usati e la neve è dura, tanto che solo le punte dei ferri riescono a penetrarla!” Sono scettico e, soprattutto, non ho nessuna voglia di levarmi lo zaino, regolare gli attrezzi e indossarli per due stupidi metri, tanto più che il pendio non sembra quest’ostacolo insormontabile. Nonostante quindi i due continuino a insistere, ce ne freghiamo, assestiamo un paio di colpi nemmeno troppo energici con gli scarponi e risolviamo senza problemi l’apparente impossibile passaggio. Se si ragionasse sempre con il “tutti hanno fatto così”, probabilmente staremmo ancora rosicchiando bistecche crude di brontosauro! Ad ogni modo, conquistata la vetta, non ci rimane che goderci la sospirata discesa anche se l’inizio non è dei migliori: praticamente mi sento un birillo sulla pista da bowling, pronto a cadere al primo sussulto dell’aria, fatto che immancabilmente avviene trasformandomi in una specie di pupazzo di neve. Il risultato è che la voglia di sciare, già ad un livello piuttosto basso, tende a sprofondare come gli indici di borsa nel ‘29 finchè, in mio aiuto, arriva un pendio più dolce e mansueto. Lascio correre gli sci per quanto l’assenza di sciolina me lo permetta e poi, appena la pendenza torna ad aumentare, inizio a serpentinare con gran dispendio di energia e quasi immediata metamorfosi delle mie gambe in quelle del Discobolo di Mirone! Di contro, riesco in qualche modo a godermi la neve tutto sommato non malaccio e a decidermi, almeno a livello teorico, che sarà il caso di passare un po’ di sciolina sotto le solette se non vorrò, ad ogni tratto in falso piano, fare il rematore!


Cavallo Goloso


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