racconto della cima piazzi e del sodadura, lario (lecco, lombardia)


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CIMA PIAZZI E SODADURA – SPONDA ORIENTALE DEL LARIO

domenica 05 dicembre ‘10


Inizia effettivamente la stagione scialpinistica, con la certezza che questa volta l’elemento base non possa mancare! Considerate le condizioni meteo e il fatto che Silvia debba essere a casa nel primo pomeriggio, la scelta cade su una meta vicina e non impegnativa. Con Cece, si era parlato di una cima in Valsassina, sopra i Pian delle Betulle, ma poi Vera, Cri e Roby ne propongono una ai Piani di Artavaggio: l’idea di usare la funivia non mi sfagiola più di tanto (più che altro perchè non mi va di spendere i soldi del biglietto!), ma visto che la scelta è quella, mi accodo alla decisione del gruppo.

Verso ovest un mare di nubi avanza minaccioso sotto lo strato già plumbeo del cielo, mentre noi ci dirigiamo verso la Cima Piazzi. Il pendio della Sodadura è lì che ci guarda, ingolosendo la voglia di pennellare qualche curva su quel ripido manto, ma al momento passiamo oltre puntando alla nostra meta. Risaliamo rapidamente l’ultimo tratto fino alla vetta da cui iniziamo la discesa; l’impatto iniziale è piuttosto deludente: la neve è in buone condizioni, ma le mie prime curve lasciano molto a desiderare; scendo in qualche modo riuscendo a recuperare all’ultimo momento un paio di possibili cadute. Nonostante la prestazione, non mi lascio sfuggire la Sodadura e, insieme a Roby, risaliamo la facile cresta fino alla vetta. Ci lanciamo lungo il pendio disegnando la nostra linea finché, al termine del tratto ripido, uno sci si incuzza nella neve facendomi capitolare faccia in avanti nel bianco elemento; con grande disappunto, la cosa si ripeterà ancora un paio di volte prima di raggiungere il resto del gruppo e tornare alla funivia mentre i primi fiocchi iniziano a roteare in aria.


Cavallo Goloso


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