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LUNA NASCENTE – SCOGLIO DELLE METAMORFOSI

sabato 10 ottobre ‘20


Se c’è una certezza matematica è che i crucchi arrampicatoriamente parlando si dividono in due gruppi: o sono in uno o sono nell’altro, la via di mezzo non esiste. Il primo gruppo è quello dei cavalli: lì ci sono quelli super forti che a vederli scalare ci si sente una pippa. Nel secondo gruppo invece ci sono i “neofiti”, una specie di surrogato del caiano teutonico rimasto ad uno stadio tecnologico da Neanderthal che usa ancora l’otto e cui trema il piedino quando è ancora sotto il limite umano. Fin qui nulla di strano o disdegnevole (a parte l’abominio dell’otto): in fondo con un solido V+ e A0 si fanno quasi tutte le classiche. Il problema è che questi ultimi, non è raro trovarseli su vie per coloro che stanno nel mezzo, categoria che però tra i tedeschi semplicemente non esiste. Poi, da buoni caiani (teutonici), questi arrivano all’attacco ad orari improponibili perchè impiegheranno l’intera giornata per risolvere una manciata di tiri col risultato che, dietro le loro chiappe, si forma la coda da esodo estivo con relativo proliferare di smadonnamenti che certo non giova alla salubre crescita della fauna locale. Ovviamente noi su Luna troviamo una cordata di quest’ultima specie.

Tutto inizia quando il Walter mi chiede se abbia voglia di fare qualcosa nel fine settimana: domanda dalla risposta più che scontata. Ricevo via libera da Jolanda (cosa per altro per nulla complicata) e propongo di andare a spaccarci a Mezzegra. Walter ribatte col Lomasti col risultato che sprango la porta con doppia mandata e rilancio con la prima alternativa che mi passa per la testa: Luna Nascente. L’amico sembra ben disposto e così sabato mattina siamo davanti al parchimetro per la val di Mello a firmare il mutuo per il biglietto d’accesso; è evidente che io stia irrimediabilmente invecchiando: una volta non avrei mai e poi mai accettato di pagare ben 10 euro per risparmiare 15 minuti di passeggiata! Ci troviamo quindi con i nostri zainetti minimalisti a pochi passi dal Gatto Rosso col Walter che si assicura che “non faremo la corsa come alla Molteni”: no, certo, non abbiamo né gli zaini da caianesimo extreme né i bastoncini! Infatti mi ritrovo in tale carenza di ossigeno da immaginare che allo Scoglio saremo da soli e che poi potremmo proseguire in un poco logico concatenamento Luna-Kunda o, forse meglio, Luna-Lini! Ma, come volevasi dimostrare dal cielo pennellato d’azzurro, all’attacco abbiamo davanti 3 cordate tra cui, la prima, composta dai due maledetti tedeschi. Per una volta, invece che essere diretto protagonista di uno spettacolo circense, mi ritrovo mio malgrado ad essere spettatore non pagante. Il numero inizia con un cordino abnorme lasciato dal capocordata per permettere al secondo (la star del circo) di superare il passo del primo tiro. Sulla lunghezza seguente, l’attore da oscar si ritrova, spalle alla struttura, ad ammirare il panorama dalla base del diedro di Polimagò: probabilmente nessuno gli ha spiegato che si trova su una via con difficoltà poco più che classiche e non su un qualche astruso tiro con gradi astronomici. Il risultato (al momento) è che io e il Walter dobbiamo aspettare un’ora prima di iniziare a mettere le mani sulla roccia assistendo nel frattempo ad un altro potenziale dramma: la scivolata della pecora su placca umida. Poi finalmente parte il Walter: ovviamente anche noi tiriamo il dado ma con un po’ più di dignità. Sulla seconda lunghezza, trovo una soluzione decisamente più semplice ed efficacie di quella del tedesco ma che, probabilmente, è la stessa adottata da Guerini! Per il resto, mi viene anche la libera, cosa che nelle due precedenti salite (risalenti praticamente a qualche era geologica fa) non avevo nemmeno preso in considerazione. La via poi continua sempre lungo una linea impeccabile, quasi costruita apposta dalla natura per essere scalata. Solo che ci vorrebbe un po’ di continuità: parte il Walter, arriva in sosta, lo raggiungo, proseguo e così via. Invece ci ritroviamo a fare i polli appesi praticamente ad ogni sosta perchè là davanti il crucco non si smuove. Il suo secondo momento di gloria, con ovazione del pubblico della cordata che gli sta dietro le chiappe, lo raggiunge alla quarta lunghezza che supera magistralmente con il machard: in tutta la mia carriera da caiano, non ho mai raggiunto un simile livello! Noi intanto continuiamo a fare la muffa, a rimpolpare la peluria nerastra che ci sta crescendo addosso finchè, finalmente possiamo ripartire: quel che è certo, la prossima volta mi procurerò la portaledge!

Alla fine riusciamo a raggiungere la cima dello Scoglio che la notte è ancora lungi dall’arrivare e così la mia infallibile memoria ci mette del suo per cercare a tutti i costi di farci bivaccare appesi ad un abete facendomi imboccare a più riprese il sentiero sbagliato prima di riportarci dove il nostro processo di mummificazione era iniziato.


Cavallo Goloso


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