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IMPRESSIONI DI SETTEMBRE – QUALIDO

giovedì 10 agosto ’23


La sigla DWS è abbastanza incontrovertibile (almeno nel mondo dell’arrampicata): Deep Water Soloing, praticamente una specie di boulder dove il materasso è sostituito dal mare e dove, oltre a magnesite e scarpette, tornano utili anche i braccioli e, molto probabilmente, un pizzico di follia. Eppure, ora la sigla potrebbe indicare un nuovo super eroe: Doug Walter Scott! E scomodare l’epica ritirata dall’Ogre da parte dell’inglese con le gambe fratturate non è certo un’esagerazione. Vero: noi la cima non l’abbiamo mica raggiunta e poi non eravamo isolati dal mondo (e avremmo anche potuto chiamare l’elicottero) ma, d’altra parte, non abbiamo nemmeno la stoffa (almeno per quel che mi riguarda) dei britannici degli anni ’70. E comunque farsi dalla base del Qualido fino alla macchina con l’astragalo rotto non è cosa di tutti i giorni! Che poi questo segni il record in negativo di discesa dei circa 1100 metri con partenza verso le 14 e arrivo intorno alle 20, non toglie nulla: DWS resta un mito, stoico e riluttante a comporre il 112 e farsi venire a prendere dal soccorso! E forse, un po’ di responsabilità è giusto che me la prendi, perché su quel tiro ci sarei dovuto essere io. Ma quest’anno è un po’ così: c’ho la cagherella appena mi alzo 2 centimetri sopra lo spit (ma forse ce l’ho sempre avuta e ora, con la vecchiaia inizia ad acutizzarsi), così quando provo a partire sulla placca del tiro duro, mi perdo nelle nebbie delle mie paturnie impuntandomi a salire sulla destra col risultato che, appena la protezione mi tocca la scarpetta, la forza di gravità mi vomita addosso tutta la sua potenza. Mi blocco come fossi vincolato ad una catena e, dopo un paio di patetici tentativi, lascio lo scettro al Walter per quello che sarà il suo Giordano dove, appunto, verrà battezzato come DWS. Lui non sa che la fetida forza gravitazionale, sorella della tipa con la falce, si sta già fregando le mani e, quando si allontana dal primo fix, non può certo immaginare che quella ha iniziato a colare acquolina dalla bocca. Poi le protezioni aumentano, i metri tra di noi si allungano e la placca grigia e verticale si avvicina al suo termine. Mi sento sempre più sprofondare nei morbidi materassi dei miei blocchi mentali, sempre meno partecipe alla vittoria della cordata, una specie di appendice buona forse per caricarsi il bagaglio di ferri. DWS (che in quel momento è solo Walter) invece pregusta la (sua) vittoria senza però immaginare che si trova ad un bacchetto nunziale: alla fine, la sera, la digestione gli farà pagare il prezzo dell’abbuffata. Supera la boccola ritorta di un fix ma oramai vede la fine, il bordo del muro, il ciuffo d’erba salvifico, chi se ne frega se l’ultima protezione manca! Avanti Savoia, avanti! Le trombe festanti suonano la marcia trionfale mentre poche decine di metri più in basso sguazzo nella mia vigliaccheria. Poi Walter si sposta di lato perché lì sembra un po’ più facile. Oramai la vittoria è in tasca ma a quel punto Newton sferra la zampata come un felino in agguato. Qualcosa va storto e l’intrepido perde a braccio di ferro con la G. 9,81 metri al secondo quadrato: questa è la sua accelerazione verso il basso. La boccola ritorta gli sfreccia davanti. Maledetta protezione mancante. In basso il pavido è investito dall’urlo; stringe le mani sulle corde che vede allungarsi assorbendo l’energia della caduta. Ma poi è la caviglia ad impattare sulla roccia verticale subito seguita dalla schiena - Come va Walter? La schiena? Tutto ok? - Domanda che si contende lo scettro della stupidità insieme e “dormi?” e “hai tagliato i capelli?” - Ahi! Ahi! La caviglia! - Poi forse segue qualche impropero che la mia autocensura mi impedisce di riportare ma questa, di fatto, è la trasformazione, il morso del ragno che ha reso Peter Parker il supereroe con la calza maglia rossa e blu e il Walter DWS. Gli faccio raggiungere la cengia e costatiamo i danni: la caviglia sembra un pallone aerostatico ma, per il resto non ci sono danni. Qui però il cellulare non prende (che differenza ci sarebbe con gli inglesi dell’Ogre?) e quindi iniziamo a calarci dalla parete mentre mi domando come diavolo faremo a scendere a valle perché io, la metamorfosi, non l’ho ancora vista. Raggiunta la base il Walter però si accorge che qualcosa è cambiato, una nuova forza sembra circolargli nelle vene, non sarà l’onda energetica di Goku ma le sue nuove doti da super eroe iniziano lentamente a farsi largo e così prova a scendere lungo il prato. Non sempre tutto deve filare però storto: con un altro paio di calate raffazzonate intorno ai pochi abeti disponibili superiamo il tratto più infido dell’avvicinamento e poi DWS inizia a stampellare giù fino a valle.


Cavallo Goloso


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