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IBIS – SASSO CAVALLO

domenica 14 aprile '13


E oggi finalmente è arrivato! La sveglia è di quelle da completo rincoglionimento, soprattutto se apro gli occhi con un'ora di anticipo e poi resto lì a fissare il soffitto finchè il cellulare non mi richiama all'ordine: "It's time to get up! The time is 5 o'clock! It's time..." Le dita trovano il tasto e il cellulare smette di rumoreggiare; tra qualche ora avranno ben altro da cercare su quella liscia lavagna!

Al Bione ci sono solo sciatori ma al parcheggio di Mandello siamo in buona compagnia: due caiani levano corde e armamentari dal bagagliaio e si apprestano a caricarsi i fardelli sulle spalle. "Dove andate?" "Dove andate voi!" è l'ironica risposta che riceviamo; beh, in effetti, alle 6:30 da queste parti, con corde e moschettoni non ci sono grandi alternative! Iniziamo insieme la camminata scoprendo così che il duo è diretto a Ojo como va? ma, soprattutto, che ci eravamo già incontrati in Marmolada, noi diretti a Don Quixotte, loro alla Vinatzer! Per la serie: com'è piccolo il mondo!

Lasciamo la coppia e, innestata la marcia, cerchiamo di guadagnare quanto prima la parete lavandoci i piedi nella neve già molle che incontriamo nel canale finale: è come un rito di purificazione per accostarci al sacro calice con l'unico inconveniente che ben presto le estremità iniziano a trasformarsi in due bastoncini Findus.

Ignorando i due merluzzi in attesa che si friggano nelle scarpette, la fattoria si popola di un nutrito gruppo di camosci che ci guarda con la classica aria del "ma che state a fa?". Intanto, come un'invincibile fortezza, la parete si staglia davanti ai nostri occhi: siamo impietriti, ammaliati, esterrefatti difronte a cotanta potenza ma, soprattutto, increduli. La vigliacca, che ieri dalla zona del Rosalba mi si era presentata completamente asciutta, si presenta ora come un vecchio incontinente: lunghe pisciate nere rompono il biancore del calcare ma, soprattutto, scassano gli zebedei! Se una di quelle colate dovesse passare tra gli spit di Ibis saremmo veramente nella cacca: 2 ore e 30 di avvicinamento per poi non scalare un solo metro!

E invece, quella simpatica e giocherellona filibustiera si è solo divertita a lagnarsi giusto un po' più a destra e un po' più a sinistra rispetto al nostro percorso: l'assalto sa da fare! Così la scientifica tecnica del bim bum bam definisce la sequenza dei tiri: al sottoscritto i dispari, a Colo i pari. Mi preparo quindi a tendere d'assedio questo ammasso calcareo e, come fossi Cesare davanti al Rubicone prima di tirare fuori i dadi Star per la minestra, entro anch'io nella storia: "tra il primo e il secondo spit, non sembra così dura!" Ed entro in trincea: prima provo da sinistra ma faccio un buco nell'acqua, allora tento da destra e, spinto dagli incitamenti di Colo, sono al primo spit. Provo quindi a proseguire in libera ma mi areno: è come se Amstrong fosse inciampato appena messo piede sulla luna! Tento quindi con l'abusata staffata e la situazione non migliora: resta solo la libera! Smagnesio all'inverosimile (credo di aver fatto fuori un bel po' della magica polvere!) e supero il passo d'ingresso. La roccia è veramente spettacolare ma, al contempo, estremamente esigente: di fatto ogni metro guadagnato è una piccola battaglia all'interno di una guerra senza quartiere. Mi muovo come una lumaca, cercando di individuare la minima asperità che mi permetta di salire in questo oceano apparentemente completamente piatto. Invece, aguzzando lo sguardo, qualche increspatura si leva sopra la distesa e io, aiutandomi abbondantemente con gli spit, mi allontano sempre più dall'assicuratore. Intanto la sosta, prima un miraggio lontano, si fa sempre più vicina alla stregua della ghisa: per ogni centimetro guadagnato sborso una quantità di forze in continua crescita! E alla fine, completamente svuotato, non mi lascio mancare un paio di staffate su cliff prima di poter finalmente urlare "sosta!".

La voce di Colo che mi arriva da diversi metri più in basso mi lascia inizialmente indifferente: "sono le 10:30!". Poi focalizzo il problema: ho impiegato un'ora per circa 40m di salita! Anche se a malincuore, la decisione è abbastanza obbligata a meno di voler passare l'intera settimana con vista su Mandello: gettiamo la doppia e lasciamo momentaneamente in pace le altre lunghezze perchè, prima o poi, tornerò ad imbrattare di magnesite quelle prese infinitesimali!


Cavallo Goloso


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